CULTURA - A cura di Paola Bonfadini

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«Festina lente»:
Vivere con lentezza di Bruno Contigiani


«Festina lente» affermano gli antichi Romani. Ottaviano, Adriano, Marco Aurelio, pur tra molte luci e numerosissime ombre, affrontano le responsabilità della storia nell’illusione di seguire il principio ordinatore dell’universo, il “logos”, con il conforto della filosofia stoica. L’etica guida il potere o stigmatizza gli errori e le ambiguità delle azioni.
L’uomo moderno, invece, pare aver dimenticato un tale importante bagaglio di saggezza e sapienza e, ora, è sempre più simile all’occupatus delineato da Lucio Anneo Seneca, filosofo stoico e precettore di Nerone: l’essere umano è stretto nella morsa di supervarcuis laboribus, cioè prigioniero d’attività perfettamente inutili.
In una società preda della simultaneità e dell’immediatezza è possibile, allora, mantenere il rispetto per se stessi, per gli altri e per l’ambiente circostante? Potrà l’umanità contemporanea superare la prova più difficile, ossia stare in silenzio, sola, nella propria stanza, come dice Sant’Agostino?
Una risposta a tutto ciò ed un invito a vivere in modo più autentico ci viene da un delizioso libretto, dal titolo Vivere con lentezza. Piccole azioni per grandi cambiamenti di Bruno Contigiani (Orme, Milano 2008). L’autore, con brio e chiarezza, propone la personale soluzione al problema. Lo scrittore, Capo Ufficio Stampa dell’IBM Italia, di Telecom Italia Corporate e di Telecom Progetto Italia, ha sessantadue anni. Un brutto incidente lo costringe a riflettere su se stesso. Spesso, infatti, un avvenimento traumatico rappresenta, pur nell’atrocità del dolore, un’opportunità per cambiare nell’intimo. Così accade a Bruno. E il bilancio è spietato: a cosa ti serve lavorare sempre e comunque, se perdi di vista i contatti con gli affetti, con gli amici, con le gioie e i sentimenti?
No, il dolore modifica e, dopo la distruzione delle certezze, si può ricostruire un altro edificio interiore, un magnifico castello dell’anima più forte e partecipe.
Ecco, quindi, il cambio di lavoro, un nuovo amore, una nuova visione del mondo, la creazione dell’associazione “Vivere con lentezza”, l’ideazione della Giornata Mondiale della Lentezza.
In definitiva, però, tutto si può riassumere con i seguenti concetti: la riscoperta del valore delle piccole cose. Comunicare, chiacchierare con calma, sorridere, essere cortesi ed educati sono le principali regole del mutamento. L’esistenza ha i suoi “comandalenti”, norme apparentemente semplici che aiutano a vivere meglio. È bello, del resto, parlare con gli amici, avere stima di sé e degli altri,  poter coltivare con passione un interesse. Un vero tesoro è consumare un pasto fra amici o essere invitati ad una merenda di parole e risate.
L’autore, con verve, racconta, attraverso le esperienze e le testimonianze degli associati, il cammino, sovente impervio, per migliorare la qualità esistenziale d’ognuno di noi.
Il volume tratta in tredici capitole
tti, oltre che le appendici, la ricetta secondo lo scrittore per riprendersi il gusto della vita. Contigiani, nella Premessa, dichiara: “Vivere con lentezza è tutto e niente, ma è il primo e il concreto passo che ho trovato e provato e che mi ha permesso di vedere un mondo percepibile solo al ralenti. Per me rallentare vuole dire cercare il giusto ritmo, il proprio tempo, diverso da persona a persona. Vuol dire trovare un equilibrio intelligente tra il nostro correre quando dobbiamo e il nostro fermarci quando possiamo. E io sono uno dei tanti che si sta prendendo del tempo per vivere” (BRUNO CONTIGIANI, Vivere con lentezza. Piccole azioni per grandi cambiamenti, Orme, Milano 2008, p. 13).
Vale, inoltre, la pena di riscoprire la bellezza dell’allegria, dell’assaporare discorsi, stati d’animo, amicizie, ma anche fondamentale diviene la necessità di prendere le distanze da chi non ci merita, evitando di “dare idee a chi non ne vuole” (BRUNO CONTIGIANI op. cit. 2008, pp. 70-71). Occorre, poi, smettere di “essere ottimisti”, poiché “il presente è la sola realtà che abbiamo, è l’unica concretezza che possediamo, è quello che abbiamo veramente sempre e a portata di mano” (BRUNO CONTIGIANI op. cit. 2008, p. 78). Bisogna, infine, rispolverare il bene inesauribile della gentilezza, soprattutto nella “forma gratuita e liberatoria di auto-gentilezza, ossia imparare a pronunciare la parolina magica: NO” (BRUNO CONTIGIANI op. cit. 2008, p. 91).
Il libro piace, rasserena, conforta.
Qualche lettore, però, potrebbe obiettare che è molto facile dare insegnamenti sul vivere consapevole, dopo aver  affrontato quasi l’intero percorso esistenziale da super manager. Critiche inconsistenti: forse l’aver provato le seducenti comodità della condizione precedente fa capire all’autore l’esigenza ineludibile d’una maniera diversa e profonda di affrontare “l’aspra tragedia dello stato umano”.
L’opera, dunque, si legge molto volentieri, fa bene allo spirito e alla mente.

Per saperne di più

- BRUNO CONTIGIANI, Vivere con lentezza. Piccole azioni per grandi cambiamenti, Orme, Milano 2008