CULTURA - A cura di Paola Bonfadini

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“E per tetto un cielo di stelle”:
l’“Airshow International” di Farnborough
e il Museo della Scienza a Londra


Siete nipotini non pentiti dei Futuristi o ingegneri aereonautici? Siete semplicemente appassionati di tutto quanto riguarda l’aviazione? Forse vi piace la fantascienza e sapete pressoché a memoria il funzionamento dell’astronave “Enterprise” o della stazione orbitale “Babylon 5” ? Cosa aspettate, allora?
Non potete lasciarvi sfuggire la recente edizione della mostra internazionale aereospaziale, che negli anni pari si tiene a Farnborough nell’Hampshire inglese e negli anni pari nei dintorni di Parigi.
Anche quest’anno, dal 14 al 20 luglio, il “Farnborough Intarnational Airshow 2008” rappresenta un’interessante esperienza, sospesi fra cielo e terra.
Il posto, nella verdissima ed uniforme campagna inglese, è raggiungibile con i locali treni puntuali in meno di un’ora. Tipici pulmann a due piani portano un pubblico vario e multietnico all’imponente manifestazione.
Nella gigantesca aerea son messi in bella posa i più svariati veivoli spesso con pannelli-schede tecnici. Compaiono apparecchi civili, grandi jet e qualche esemplare dell’aereonautica militare di alcuni stati.
Nella campagna spazzata dal vento di luglio, in un continuo variare di nubi e sole, passiamo in rassegna scintillanti e variopinti aereoplani ed elicotteri.
Fa impressione vedere lì fermi, in pace, gioielli della tecnologia militare potenzialmente armi di difesa e attacco. Osserviamo aerei “gran turismo”, “utilitarie” del cielo che percorrono in 3 ore e mezza la distanza Parigi–Londra. E nell’aria i suoni più strani, le lingue più particolari di compratori ed interessati.
La visita, però, continua all’interno degli enormi quattro hangars, che recano i principali stands di compagnie aeree ed industrie specializzate. Trovi di tutto: dalle nanotecnologie al satellite per telecomunicazioni. Magari con qualche sconto sulla quantità!
C’è da rimanere letteralmente a bocca aperta: negli spazi interminati, nella dominante luce azzurrina, magia e tecnologia quasi si fondono. Il sogno, infatti, ha bisogno di strutture e impalcature per essere realizzato, di una minuziosa volontà fusa con l’attenzione e la concentrazione. Ecco, quindi, i giganteschi reattori dei jet, i prototipi di consolles di comando, le precisissime apparecchiature elettroniche, l’intrico fascinoso dei circuiti e degli elaboratori, “i bulloni”. La tecnica rende la materia di sogno materia di vita.
Vediamo, ancora, i progressi delle compagnie aeree russe o indiane, scopriamo che esistono realtà industriali aereospaziali in Puglia o in Campania. Ci fermiamo incantati di fronte agli utensili per riparare ogni eventuale danno, che capiti sull’elicottero o sullo Shuttle.
Per un momento, ma è solo una fugace illusione, ritorna mai sopito l’antico mito delle “magnifiche sorti e progressive”, l’ingenua fiducia che la tecnologia sia in grado di risolvere molti dei problemi dell’umanità. Ritorna il regno di Saturno del progresso, del dominio dell’uomo sul mondo.
Per poche ore sogniamo, ma la realtà incombe.
L’autobus riporta alla stazione e ritorniamo a Waterloo Station nella frenetica Londra.
Come prolungare il sogno d’onnipotenza tecnologica?
Basta una visita alla sezione sulla storia del volo presso il Museo della Scienza, vicino al Museo di Storia Naturale e al celebre Victoria and Albert Museum. Si tratta d’un museo didattico, pensato cioè per appassionati di tutte le età. Difatti, entrando, subito ci accoglie la massa di bambini e ragazzi che vocia e corre nelle grandi sale della costruzione.
All’ultimo piano, accanto alle parti sulla storia della medicina e sul corpo umano, c’è un hangar. Qui è spiegata, attraverso pannelli, aerei d’epoca appesi alla volta, oggetti e testimonianze, l’ideale del volo dalla classicità ai giorni nostri. Miniature, codici leonardeschi, vecchie fotografie, modellini, parti di motori, equipaggiamenti, spiegano i tentativi dell’uomo di librarsi nell’immensità. Dai progetti di Leonardo, alla mongolfiera, dal prototipo dei fratelli Wright fino ai jet e alla conquista dello spazio, assistiamo agli sforzi per rendere concreto tale ideale.
La visita è finita, ritorniamo all’esterno dei monumentali edifici, stiamo attenti ad attraversare e torniamo verso il Covent Garden, verso Trafalgar e la National Gallery , nel cuore pulsante della City of Westminster.
Secoli di scienza e di ricerca sono passati sotto i nostri occhi. Ma come diceva Martin Luther King, quando riusciremo ad imparare “la semplice arte di vivere come fratelli”?