"Col tempo":
Gli anni migliori. La vita dopo i 40 di Doris Märtin
Curiosare in libreria? Si può, anzi si deve fare spesso. Solo così scopro, a volte, libri strani, che ovviamente acquisto.
Questo vale anche per Gli anni migliori. La vita dopo di 40 di Doris Märtin, giornalista pubblicista e docente. Titolo intrigante per chi come me ha varcato da poco la soglia degli "anta".
Mamma mia che cambiamento!
Incontenibile, netto e irrefrenabile. Soprattutto salutare.
Un velo si toglie e compare ciò che sei veramente al di là di tutte le etichette che tu e gli altri ti impongono. Sarà così ancor più per i 50? Forse, speriamo anche per i successivi decenni di vita, se il buon Dio lo permetterà.
Almeno per me è così. Quindi perché non comprare un libretto curioso per vederci un po' chiaro e scherzarci, magari, su?
Inizio la lettura e l'autrice sviscera in dodici serrati capitoli le gioie e i dolori dell'età matura: noi, infatti siamo definiti "medi", in inglese midagers.
E nonostante la scrittrice faccia soprattutto riferimento all'ambito tedesco, in alcuni aspetti mi ritrovo.
Qualche esempio. Mi sento giovane e curiosa dentro e, poi, mi accorgo che i "miti" della mia generazione sono di venti, trent'anni fa. Capitan Harlock, infatti, nasce nel 1978; il primo video musicale dei Buggles è del 1980; Heidi alla televisione viene trasmessa nel 1976. Nei negozi, a parte qualche commessa che darebbe del "tu" anche ad una nonna ottantenne, mi danno del "lei". I miei genitori invecchiano, le amici e gli amori pure…
Oh, guarda: allo specchio noto i primi capelli grigi; cominciano strane calure in occasione del ciclo mestruale. Il professore preferito del liceo va in pensione, altri sono morti.
Finché, a scuola, un'allieva stupita esclama, piena di invidia: «Ah, profe, come la invidio! Che fortuna che ha avuto! Lei aveva sedici anni nel 1982 e ascoltava i Duran Duran e Vasco Rossi».
A parte che per gli studenti, che tu abbia 25, 35 o 45 anni, ne hai sempre almeno 75, ma questa è un'altra storia.
Quindi, la lettura del volumetto divulgativo si potrebbe reintitolare: Come ti sopravvivo psicologicamente e fisicamente al giro di boa dei 40 ed oltre.
È innegabile, del resto, che l'autrice qualche indicazione positiva la dia, al di là dei luoghi comuni tipo "cerca di pensare al tuo aspetto e alla tua salute", "considera di più i tuoi bisogni e quelli del partner".
Per esempio, in sintesi, parrebbe di cogliere dalla lettura del testo un nuovo decalogo per quarantenni e successivi:
1. Accettati per quello che sei poiché sei qualcosa di unico, speciale e positivo per te e gli altri.
2. Sii più egoista e non farti condizionare dagli altri a qualsiasi livello, ma cerca di elaborare un sano egoismo. Prima ci sei tu e, poi, forse, gli altri.
3. Mostrati indifferenti ai commenti e consapevole delle scelte che compi, o comunque assumiti la responsabilità di quello che fai.
4. Cerca di conservare un aspetto fisico e un tono soddisfacente soprattutto per te stessa e per rispetto di quello che sei.
5. Cerca di conoscere persone nuove, ambienti nuovi, nella speranza di cambiamenti positivi.
6. Accetta i limiti tuoi e degli altri. "Meno è meglio", poiché gli altri sono come te, con paure e insicurezze, superficialità ed eroismi.
7. Impara ad ascoltare e a farti ascoltare (partner, amici, familiari ecc.).
8. Accetta il fatto che tutto passa, persone, cose e te stessa: è nella logica della natura.
9. Non nascondere età, emozioni, idee e pensieri. Non avere paura del conflitto. Sarai meno simpatica, ma più diretta, vera ed autentica.
10. Adattati alle situazioni, cogliendo sempre il lato positivo, compensando ed ottimizzando le energie.
Quindi, le parole d'ordine sono: «selezionare, ottimizzare, compensare, adattarsi, cambiare direzione» (pp. 208-209).La giornalista, dunque, conclude il volume con una piccola riflessione che vale la pena di scrivere interamente: «Dopo i 40 anni abbiamo trovato il nostro posto nella società. D'ora in poi possiamo stabilire per noi stessi un programma più flessibile di prima.
Possiamo essere ostinati e complicati e un pochino eccentrici.
Non siamo costretti ad andare in discoteca per trovare l'amore della nostra vita, né volare a New York con il primo jet per sentirci importanti.
Possiamo essere generosi, sinceri e rilassati.
Possiamo dire di no, oppure di sì, come ci va, e aspettare senza panico che la borsa risalga, perché è successo sempre finora e comunque non ci siamo mai aspettati di diventare ricchi investendo in azioni.
A partire dai 40 anni non diventa tutto migliore. Ma nella prima metà della vita abbiamo imparato abbastanza per riuscire a trarre il meglio da ogni cosa. Siamo superiori e convincenti come ci sarebbe piaciuto essere a 20 anni. Siamo la prova vivente che i 30 anni sono belli. E anche i 40 e oltre» (p. 217).
Per saperne dì più
DORIS MÄRTIN, Gli anni migliori. La vita dopo di 40, TEA, Milano 2007.
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