Cose gardesane
Il cuore nella storia:
una visita a Sirmione
Dici Sirmione e subito ti tornano in mente Catullo e le presunte "grotte",
la Rocca Scaligera
, il centro brulicante di turisti e negozi, le terme curative. Ma anche il trenino che, fin da bambino, ti porta rapidamente lento verso la meta tanto ambita: le belle vestigia romane della domus sul promontorio.
Ma c'è di più:
la Parrocchiale
in forme quattrocentesche,
la Chiesetta
di San Pietro in Mavinas carica di storia, la passeggiata rasente la spiaggia intorno al paese.
Così, anche se oscure nubi si addensano nel cielo, decidi: gita in battello, senza traffico e senza automobili. E via. Peccato che le nubi arrivino puntuali e il lago diventi un po' mosso, quasi mare. Sul battello sapiente, abituato ai cambiamenti del tempo, arrivi al porto.
Lo spettacolo, durante il tragitto e all'orizzonte, lascia a bocca aperta. Il cielo è nubiloso, l'acqua color smeraldo, le rocce bianche bianche.
Non è un sogno, non è una favola.
Sirmione esiste davvero, benché spesso, nei tuoi ricordi di bimbo, lo hai associato alle fiabe. Perché? Ovvio: c'è il castello con una specie di ponte levatoio, il fossato e un principe o una principessa da salvare.
Bello arrivare via lago. Scendi al piccolo porto e cominci la tua scoperta. Tutto è nuovo e conosciuto da sempre. Ogni volta che ritorni c'è qualcosa che non hai visto o colto.
La tua sensibilità si è acuita. Quindi, complice il vento, passeggi al fresco nelle consuete strade pulsanti. Sì, le gelaterie ci sono ancora, ma è cambiato l'arredamento; sì, c'è ancora la mitica cartoleria nella quale, fin dall'infanzia, prima di partire, prendi un ricordino amato e delizioso.La passeggiata continua.
La Rocca
: si può visitare. Entri titubante. Belli i vasti cortili, le piroghe medioevali. Scopri spazi e luoghi segreti nel brulicare dei curiosi. Sali scale scale scale sui camminamenti merlati fino in cima alla torre, da cui si domina la cittadina e, felice d'illuderti, il mondo. Verona, Milano, Venezia: le principali potenze italiane nei secoli si sono contese questo lembo di terra e d'acqua, simbolo di supremazia nel basso Garda.
Intanto scorgi il glicine ormai un po' sfiorito sulle facciate d'alcune case.
Improvvisamente noti il complesso delle terme "Aquaria". Tutto è azzurro, limpido. Assapori l'odore tipico dell'acqua termale. La natura fornisce a noi uomini ingrati la millenaria capacità curativa. Peccato che non ci accorgiamo mai abbastanza del dono meraviglioso offerto.
Non può mancare, inoltre,
la Chiesa
di San Pietro in Mavinas, arcaica sede paleocristiana, longobarda e carolingia, profondo segno di devozione e d'arte. Già assapori il silenzio dell'antica costruzione tra gli ulivi, le pitture rimaste di Santi e Sante. Arrivi, ma l'entrata è sbarrata da un portacandele. Puoi, però, sbirciare all'interno. L'edificio è chiuso al pubblico per scavi archeologici. Il pavimento non esiste. Al suo posto i resti di sepolture magari longobarde. Rimane, sulla sinistra della piccola piazza,
la Campana Giulia
, a ricordo dei tanti Alpini morti per un ideale. La vista suscita ammirazione e tristezza: ammirazione, per il valore di tanti individui comuni, eroi nel momento del pericolo; tristezza, nel comprendere che l'indole umana assetata di odio e violenza non cambierà mai.
Poco oltre osservi la casa, in cui soggiornò Maria Callas, le imponenti dimore che ospitano splendidi alberghi.
E le "Grotte di Catullo", la più importante domus romana del Nord Italia?
Purtroppo è tardi, il battello sta per partire. Bisogna ritornare al molo.
La classicità, il poeta latino devono aspettare.
Pazienza.
La Sirmione
romana merita una visita a parte con calma.
Riparti, con la segreta promessa, in cuor tuo, di ritornare.
Alla prossima, Sirmione!
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