Il pianeta di Paola Bonfadini

SESSANTANOVESIMA TAPPA


Cose gardesane

Un mondo d'acqua e carta:

il Polo cartario di Maina Inferiore

nella Valle delle Cartiere di Toscolano Maderno


Ricordare serve?

Sì, no, dipende.

Il ricordo trascolora gli anni, plasmato dalle emozioni che spesso idealizzano. È trasmesso da documenti, testi, specchio di civiltà pulsanti, ora tutte racchiuse in una parola, in un oggetto, in un luogo.

La Valle delle Cartiere nel comune gardesano di Toscolano Maderno è piena di fascino e di enigmi. La natura sembra aver ripreso il sopravvento sulle attività secolari degli uomini. Delle industriose cartiere, il primo documento è del 1381, rimangono numerosi ruderi ricoperti dalla tipica vegetazione del posto.

Nel giugno del 2007 viene inaugurato il nuovo museo della Valle. Il nome fa un po' soggezione: "Polo Cartario di Maina Inferiore - Centro di Eccellenza". Nella cartiera quattrocentesca un percorso intrigante e chiaro spiega la storia del "mondo di carta".

Capito in una mattinata assolata tipicamente estiva. Supero il traffico, gli alberghi. M'infilo a fatica in una stretta e polverosa strada, tra gallerie scavate nella roccia, strette strette e poco illuminate. Che paura! Alla fine un parcheggio addossato al monte. Bene, si può proseguire a piedi. Il tempo è buono. In lontananza compare il museo.

Siamo i primi visitatori, la visita guidata inizia alle ore undici. Fotografo curiosa il centro imbiancato sul fiume. Mi ricorda i mulini della campagna.

Due fabbricati: uno più antico a tre piani, un altro sulla destra recente. Oh, guarda: due lavoratori sono sospesi a lunghe corde sulla parete della montagna per lavori di consolidamento contro le frane. Ed io che credevo fossero due atleti in arrampicata libera… Ma lo sono atleti, davvero.

Faccio il biglietto, percorro il corridoio tra i fiori e mi trovo al piano sotterraneo. Lì comincia l'avventura. Una giovane donna, la nostra guida, ci spiega con chiarezza i segreti e le curiosità della dimensione fatata. All'ingresso, una strana scultura di Franca Ghitti: un monumento alle mille potenzialità della carta. È vero, a pensarci: sto usando il mio calcolatore come una macchina per scrivere. Lo schermo è il mio foglio di carta. M'illudo di tracciare segni su di un supporto, ma è lo schermo bianco costituito d'impulsi elettrici. È come se scrivessi sulla sabbia, nell'aria e, nonostante ciò, correggo, aggiungo e conservo, sempre che non vada via improvvisa la corrente elettrica.

Qui, invece, è tutto vero concreto solido: le ampie sale dalle volte a crociera in mattoni, gli antichi strumenti che mostrano le fasi della lavorazione della carta. Dagli stracci di lino o di cotone, fatti marcire e trasformati in una pasta densa, al foglio di carta sulla struttura in metallo. Saliamo al primo piano: gli elementi multimediali illustrano la storia leggendaria della nascita delle cartiere a Toscolano. Un naufragio, una barca, la scoperta di questo posto pieno d'acqua, utile per far macerare i panni.

E infine vecchie fotografie dei proprietari Maffizzoli della cartiera di Toscolano Maderno, ora sul lago. Improvvisamente le immagini si animano e, prodigio informatico, gli uomini del passato raccontano la loro storia di lavoratori e imprenditori.

Usciamo. Cambio di guida perché sono arrivati due inglesi e bisogna parlare la lingua "anglia". Nel secondo stabile, compare "la macchina dei sogni": un'apparecchiatura degli anni Trenta che automatizza i passaggi quasi manuali dei secoli precedenti per la fabbricazione delle carte. Bellissimo! Amo investigare i meccanismi ed assisto ad un tripudio di manopole gialle e rosse, "tamburi creatori" verdi, "ponitori" e altri strani ingranaggi dai nomi evocativi. C'indirizza con chiarezza, pazienza e sapienza un signore del gruppo "Lavoratori Anziani Cartiera di Toscolano", uno degli enti che ha collaborato alla rinascita del luogo con il Comune e con la Burgo Group. Pare d'essere, senza essere troppo irrispettosi, Dante in ascolto rapito del fido Virgilio. Salgo sulla balconata e contemplo il mastodonte meccanico. Nelle bacheche di vetro lungo i muri, spiccano banconote del Cile, francobolli da tutto il mondo e molto altro ancora, "made" nella Valle delle Cartiere.

Percorro, nello stesso stabile, vari ambienti: un'enorme sala convegni, l'altro con eleganti muri divisori in ferro per le future mostre e i laboratori didattici. Infine un'ariosa sala con esempi dell'industria cartaria oggi.

La visita è finita. Il tempo è passato. Peccato. Mi sono immersa in un ambiente quasi incantato che insegna la tenacia dell'inventiva e il culto del lavoro.

Qualche fotografia: i gerani rossi ad alcune finestre, la vegetazione dalle mille sfumature.

Ancora una volta il cuore è in ascolto, la mente s'abbandona contenta all'entusiasmo. Capisci che proprio non ha senso la presunta spaccatura mente-corpo: tutto è cuore e cervello. Siamo sostanzialmente "intelligenza emotiva", viscerale nelle passioni fisiche e intellettive.

Torniamo nel mondo odierno un po' a malincuore.

Negli occhi rimane una bellezza antica di pietre acqua legno e carta, intrisa di sogni, fatica e storia.


Per saperne di più

- ANREA DE ROSSI, Toscolano Maderno Visita alla Valle delle Cartiere, Comune di Toscolano Maderno, Tipografia Giovanelli, Toscolano 2006.