Olivier Wieviorka, docente di Storia contemporanea all'École normale supérieure di Cachan e direttore della rivista storica "Vingtième siècle", nel saggio edito dal Mulino, Lo sbarco in Normandia, ricostruisce il D-Day depurandolo dell'alone leggendario che l'ha trasformato in scontro fra bene e male, per recuperare la storia concreta di un'operazione militare nella sua cruda realtà.
«Lo sbarco del 6 giugno 1944 – scrive nell’introduzione – segna senza dubbio uno dei grandi momenti della storia. La data rappresenta, infatti, un punto di arrivo e annuncia una situazione del tutto nuova: mesi di attesa febbrile, di calcoli ansiosi, di fervidi preparativi vi trovano un epilogo, e con essa ha inizio la campagna che contribuirà all'abbattimento del Terzo Reich. Alla sera del D-Day la situazione è radicalmente cambiata: vi è come uno spartiacque tra un “prima” e un “dopo”. Eppure la partita è ancora tutta da giocare e considerare quella giornata l'epilogo simbolico della guerra sul fronte occidentale, riducendo tutto quel che segue al compimento di missioni secondarie, vuol dire non tenerne conto. Il “giorno più lungo”, per quanto intenso, ha dovuto sopportare il peso del mito: pronti a magnificare le gesta degli Alleati, attori, testimoni e storici hanno spesso preferito cedere al fascino di questo piuttosto che confrontarsi con la realtà, ricacciando nel silenzio quanto poteva smentire la leggenda. Come afferma lo storico militare britannico Basil Liddell Hart, “c'è stata una glorificazione eccessiva della campagna accompagnata da scarsa analisi obiettiva”».
Per le difficoltà superate, per la complessità e la dimensione dello sforzo, l'operazione "Overlord", cioè lo sbarco in Normandia, è obiettivamente la più colossale delle imprese condotte nella Seconda guerra mondiale. Ed è entrata rapidamente nel mito popolare della guerra, anche grazie al cinema, da Il giorno più lungo a Salvate il soldato Ryan.
Il saggio innovativo salda storia militare e storia culturale in un racconto disincantato e stringente ponendo in evidenza tutte le difficoltà della grandiosa operazione militare: le differenze di vedute fra i comandi alleati, la penuria di materiali, gli errori tattici, le difficoltà psicologiche dei combattenti, le violenze contro i civili, ma anche i dissensi politici che la caratterizzarono.
A cura di Attilio Mazza