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Il Canton Ticino crocevia culturale fra Italia ed Europa. Lo conferma – già dal titolo – l’ultima pubblicazione di Raffaella Castagnola, La provincia universale. Testi e documenti di letteratura italiana in Svizzera, pubblicato dalle Edizioni Casagrande.
Docente alla Faculté des Lettres de l’Université de Lausanne, e studiosa assai apprezzata non solo in ambito accademico per le molte approfondite ricerche su Gabriele d’Annunzio e altri letterati, Raffaella Castagnola offre, con questo suo nuovo libro, articolato in cinque sezioni, un ulteriore contributo alla conoscenza del ruolo avuto dalla Svizzera, a partire dal XIX secolo, come luogo di accoglienza di «scrittori e intellettuali che, spesso per ragioni politiche, vi si sono rifugiati per periodi più o meno lunghi». E basti pensare alle «ondate risorgimentali, ai fuggiaschi dei moti milanesi del 1898, ai fuoriusciti degli anni ‘40».
I nomi dei personaggi di spicco che hanno trovato in territorio elvetico il mondo in cui poter continuare il proprio impegno culturale sono molti: da Angelo Oliviero Olivieri, esule a Lugano fra Otto e Novecento, ai coniugi Ferrero «attivi a Ginevra negli anni della repressione fascista», a Ignazio Silone , esule a Zurigo per oltre un decennio in quella che chiamerà la sua «seconda patria».
Furono tutte presenze importanti anche per l’apporto da loro dato alla vita cultuale della Confederazione «in un costante dialogo con la vicina patria d’origine». Raffaella Castagnola chiama tali apporti «sguardi incrociati» decisivi, da una parte per sprovincializzare alcuni settori della cultura ticinese e dall’altra per favorire la «diffusione della produzione letteraria italiana oltre il Gottardo e la nascita di iniziative editoriali». Fu un’integrazione positiva e fruttuosa nel tempo.
«La provincia universale» è nata dal progetto di attingere alle fonti archivistiche per rilevare «gli sguardi incrociati» attraverso la schedatura di materiali autografi «in un preciso percorso di valorizzazione, studio e commento dei testi selezionati» presenti nelle biblioteche pubbliche e private svizzere. Ed ecco gli inediti di Silone nei fondi della Zentralbibliothek di Zurigo; ecco nuove significative testimonianze di un dibattito culturale fra Italia e Svizzera individuate in altre sedi: «nell’Archivio di Stato di Bellinzona (per il capitolo sulla rivista «Pagine Libere», fondata agli inizi del Novecento dagli esuli italiani in Ticino), nell’Archivio Prezzolini (non solo per Giuseppe Prezzolini, ma anche per Silone e per altri esuli degli anni ’40, e soprattutto per Francesco Chiesa, fautore di una politica culturale volta a promuovere un forte legame fra
la Svizzera Italiana
e l’Italia), negli archivi della Radio della Svizzera Italiana (per Giuseppe Ungaretti), nell’archivio Felice Menghini di Poschiavo (ancora per Chiesa), e in collezioni private».
Tra queste ultime, notevole la raccolta di Giovanni Maria Staffieri, bibliofilo luganese «ma anche esperto e collezionista di monete antiche, che, in diversi anni e grazie alle varie acquisizioni dal mercato antiquario, ha riunito raccolte omogenee, di libri rari a stampa ticinesi, di documenti e cimeli dell’età garibaldina, di riviste letterarie, di autografi novecenteschi fra i quali spiccano, per importanza, quelli dannunziani e prezzoliniani». Proprio dalla consultazione degli archivi Staffieri sono emersi alcuni filoni di ricerca di Raffaella Castagnola: quello sulle lettere di d’Annunzio ai figli; quello su Jean Dornis, «che apre a interessanti riflessioni sul fenomeno dell’autopromozione e dell’autorecensione dannunziana»; quello sui documenti della dispersa raccolta Palmerio che si intrecciano con il nucleo già noto, presente alla Biblioteca cantonale di Lugano.
L’ultima sezione del volume, «Poesit», è dedicata alla poesia in lingua italiana di autori svizzeri o stranieri residenti in Svizzera. La schedatura di tutti gli scrittori che hanno pubblicato un libro di poesia in anni recenti (dopo il 1990) è nata dalla ricerca che la studiosa ha svolto insieme ad alcuni colleghi, dottorandi e studenti della Facoltà di Lettere dell’Università di Losanna, per cogliere «nel suo farsi la produzione poetica nella Svizzera italiana, ormai priva di quei caratteri regionalistici che l’hanno per lungo tempo caratterizzata, e invece oggi autorevolmente inserita a pieno titolo nel panorama italiano ed europeo».
Attilio Mazza