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Francesco Petrarca, "Canzoniere",
a cura di Pasquale Stoppelli
Zanichelli Editore,
Collana Biblioteca Italiana Zanichelli,
502 pagine, € 6,80
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Ragioni autobiografiche e trasfigurazioni simboliche segnano la vicenda del Canzoniere di Francesco Petrarca, romanzo in versi in cui la narrazione avviene per tratti discreti.
Francesco Stoppelli, curatore dell’edizione tascabile, edita nella Biblioteca Italiana Zanichelli, scrive, introducendo il ben noto testo, che «l'idea di una raccolta di liriche come romanzo in versi della propria vita nasce forse in Petrarca già intorno al 1350. Fin dai primi anni '30 egli scriveva poesie nella scia della tradizione stilnovista. Intorno al 1342 abbiamo indizi che l'autore pensasse a ridursi a una vita esclusivamente spirituale». E chiede a Dio di liberarlo dalle sue contraddizioni.
Il sonetto 267 porta nel libro la notizia della morte di Laura. «Dio ha chiamato la donna in cielo per farlo ancora più bello. Laura morta appare in visione al poeta: d'ora innanzi sarà immaginata dall'amante in atteggiamenti pietosi nei suoi confronti. I temi naturalistici vengono ora piegati a cantare la diversità della condizione dell'amante solo e infelice rispetto a tutti gli altri esseri del creato. Il tempo che passa rende più drammatica l'urgenza di un abbandono delle seduzioni terrene. Ma la ricomposizione dell'animo lacerato si avrà solo con l'ultimo componimento, la canzone alla Vergine. Solo Maria è promessa di salvezza e "vera beatrice", colei cioè che può dare la beatitudine eterna».
Ed qui chiara la polemica nei confronti della santificata Beatrice dantesca.
Attilio Mazza
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