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Dante Alighieri,
Commedia, a cura di Pasquale Stoppelli, Zanichelli Editore, Collana Biblioteca
Italiana Zanichelli, 672 pagine, € 6,80
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La Commedia
di Dante è uno di quei livre da chevet, da comodino, da aprire, di quando in quando, e leggere a caso: è sempre in grado di dare risposta alle nostre domande interiori. Il capolavoro assoluto è ora disponibile in edizione tascabile nella nuova collana Biblioteca Italiana Zanichelli, curata da Pasquale Stoppelli, ordinario di Italianistica all’Università
La Sapienza
di Roma.
«Quando intorno al 1306-07 Dante inizia la stesura della Commedia – scrive Stoppelli – è nella condizione di sconfitto totale: cacciato da Firenze, privato di tutti i beni, condannato a morte, isolato anche rispetto agli altri esuli della sua fazione. La prima accusa rivoltagli dal Comune fiorentino era stata di baratteria, oggi diremmo peculato, particolarmente infamante per chi nell'attività pubblica aveva sempre avuto di mira il bene collettivo prima di quello personale o di parte. Come può un uomo solo, costretto a vivere randagio di corte in corte, veder ristabilita la giustizia? A quale tribunale si appellerà? E in queste condizioni che Dante dà avvio alla prova che lo terrà impegnato fino agli ultimi giorni di vita: convocare la sua città, i signori d'Italia, l'imperatore, il papa, tutti i viventi davanti al giudizio di Dio. Far prendere ai morti le sue difese nei confronti dei vivi. Si potrebbe anche spiegare così la genesi della Commedia. Ma riuscire a convincere i lettori che il mondo dell'aldilà e Dio stesso erano dalla sua parte era per Dante una scommessa rischiosissima: il successo era affidato unicamente alla forza persuasiva della sua arte».
Una scommessa, quella di Dante, che oggi possiamo dire ampiamente vinta. La sua opera è diventata una pietra miliare della poesia planetaria, in grado di suscitare commozione e ammirazione universale.
Attilio Mazza
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