Il Manifesto del Futurismo venne pubblicato dal quotidiano parigino “Figaro” il 20 febbraio1909. E puntuale, nel centenario dell’evento, celebrato in Italia con varie mostre, fra cui ben tre a Milano, Giordano Bruno Guerri, scrittore e personaggio della cultura, presidente della Fondazione del Vittoriale degli Italiani, ha dato alle stampe da Mondadori il volume «Filippo Tommaso Marinetti. Invenzioni, avventure e passioni di un rivoluzionario».
Non si può comprendere il Futurismo se non si conosce Marinetti. Questo l’assunto di Guerri. E la sua è una penetrante ricostruzione della psicologia e del percorso formativo dell’uomo che, con la forza delle idee, fece entrare «l’Italia nella modernità». Marinetti fu un rivoluzionario capace di un progetto – il Futurismo, appunto – presto accolto da tutto il mondo occidentale. Fu un movimento letterario e artistico caratterizzatosi, fin dall’inizio, per la rottura con la tradizione e per una ideologia globale e l’esigenza di un rinnovamento radicale dei mezzi espressivi in piena adesione ai nuovi temi della moderna società meccanizzata e industriale. Ecco, quindi, l’esaltazione del progresso, della velocità, della simultaneità, ma anche dell’aggressività e della competitività, esaltazione incondizionata dell’azione come essenza del reale.
Giordano Bruno Guerri ripercorre la vita di Marinetti attingendo a un’ampia documentazione, offrendo anche notizie inedite della vita quanto mai movimentata: dalla nascita ad Alessandria d’Egitto (1876) alla scomparsa avvenuta a Bellagio (1944). Fu un abile organizzatore di eventi culturali, attento ai rapporti tra arte e pubblico attraverso i mezzi di comunicazione. Visse a lungo a Parigi, a contatto con l’ambiente letterario, e in francese scrisse le sue prime opere. Si recò pure in Russia nel 1914 dove la sua concezione ebbe notevole influenza sui fenomeni artistici, per non dire, ovviamente, dell’Italia e di altri Paesi. Accostatosi al fascismo – accademico d’Italia dal 1929 –, divenne esponente della corrente modernista in seno alla cultura ufficiale.
Giordano Bruno Guerri rievoca anche la presenza di Marinetti e familiari a Salò nel luglio 1944, ospiti dell’avvocato dei futuristi Emilio Piccoli nella bella villa di Via Cure del Lino che si affaccia sul lago. Mussolini lo sollecitò a trasferirsi sul Garda. E per due mesi s’incontrarono di frequente. Tuttavia, di quei colloqui «non è rimasta traccia». L’ultimo incontro avvenne il 23 agosto. Il 19 settembre un gruppo di sconosciuti, forse partigiani, tentarono di entrare nella villa. La mattina dopo i Marinetti lasciarono Salò, sotto scorta, sperando di raggiungere
la Svizzera. Riuscirono
solo ad arrivare a Bellagio dove, tre mesi dopo, l’ideatore del Futurismo trovò la morte in una stanza d’albergo. Era il 12 dicembre.
Attilio Mazza