Tutti i diritti riservati

Massimo Campanini

"Averroè"

Il Mulino, 160 pagine, € 11.00.


Averroè è il nome noto all’Occidente dell’arabo spagnolo Abū l-Walīd Muhammad ibn Ahmad Muhammad ibn Rushd, diventato nel Medioevo Aven Roshd e infine Averroes (Cordova, 1126 - Marrakesh, 10 Dicembre 1198). Fu celebre già al suo tempo come filosofo, medico, matematico e giurisperito.
«Vi sono molti modi di leggere Averroè, e non solo per la complessità formale della sua scrittura filosofica, ma anche, e soprattutto, per i molteplici problemi esegetici che pone l'interpretazione dei suoi testi», scrive Massimo Campanini, docente di Storia dei paesi arabi all'Istituto Universitario Orientale di Napoli e di Civiltà islamica nella Facoltà di Filosofia dell'Università San Raffaele di Milano, introducendo il suo saggio «Averroè», pubblicato dal Mulino.
«Leggere Averroè – informa ancora lo studioso – significa penetrare, da una parte, nel cuore del pensiero arabo-islamico, dall'altra in quello occidentale. Un primo aspetto importante da sottolineare, infatti, è che leggerlo implica munirsi degli strumenti della filosofia, soprattutto di quella greca di Platone e Aristotele, ma anche degli strumenti della teologia e del diritto islamici. In Averroè la filosofia si contamina con le più classiche scienze islamiche: ciò spiega come mai egli non sia stato un filosofo “puro”, come ad esempio alEirabi (ca. 870-950), ma abbia anche offerto importanti contributi alla giurisprudenza e alla teologia. Questo fatto propone una riflessione: bisogna leggere l'Averroè filosofo e l'Averroè teologo e giurista con gli stessi occhiali e “pregiudizi”» (in senso gadameriano), pretendendo di applicare le medesime griglie interpretative alle une e alle altre argomentazioni e di arrivare alla formulazione di tesi generali convergenti? Questo è un punto spinoso che il libro si prefigge di indagare se non di risolvere. La questione ermeneutica è assolutamente centrale in Averroè, per cui risulta cruciale il problema del rapporto tra religione e filosofia, che è stato uno dei nodi teorici più dibattuti nel pensiero medievale latino».
La sua ricerca, inoltre, può essere la base di un progetto filosofico-politico. Egli, infatti, era 'un intellettuale nel senso gramsciano del termine, in quanto si faceva portavoce di un progetto politico, anche se, naturalmente, non certo a favore della massa del popolo.
Il volume ricostruisce la vicenda di questo importante protagonista della cultura medievale, mettendo in luce i principali aspetti del suo pensiero, analizzando i caratteri specifici di un'eredità filosofica destinata a esercitare un'influenza decisiva sul sapere dell'Occidente latino, e individuando nella natura «militante» del progetto culturale elaborato da Averroè il tratto più moderno e perspicuo dell'intera sua opera.


Attilio Mazza