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Julian Baggini & Jeremy Stangroom

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Pensi quello che pensi di pensare? Il libro dei test per la mente"

Cairo Editore, 206 pagine, € 12,50


«Conosci te stesso» è una massima antica che ebbe un’enorme fortuna nel mondo pagano e ancora oggi è di attualità. Nell’antica Grecia i Sette saggi la vollero incisa come epigrafe sul tempio di Delfi e probabilmente con significato assai diverso da quello comunemente attribuito, e cioè come ammonimento a ben meditare ciò che si voleva chiedere alla divinità. La massima è giunta sino a noi ed ha assunto nel tempo diverse prospettive e oggi è invito ad approfondire le caratteristiche personali, e quindi le proprie capacità; oppure incitamento all’introspezione della propria anima. E’ sempre stata considerata una venerabile prescrizione divina e non una banale norma di comportamento. L’avevano adottata anche i cristiani come esortazione a conoscere i propri limiti causati dal peccato originale, con finalità quindi assai diversa da quanto aveva affermato Socrate quattro secoli prima dell’avvento di Cristo.
Opportunamente «Conosci te stesso» è stata posta a epigrafe da Julian Baggini e Jeremy Stangroom al loro libro «Pensi quello che pensi di pensare? Il libro dei test per la mente», pubblicato da Cairo Editore. I due autori sono personaggi ben noti: hanno fondato e diretto The Philosophers’ Magazine e insieme hanno curato diversi testi di divulgazione filosofica; Baggini scrive regolarmente sul Guardian ed è spesso ospite di trasmissioni radio e tv.
Cartesio fu sicuramente una mente brillante. A lui si fa risalire un’altra celebre massima, «Cogito ergo sum», penso quindi sono. «Ma, per colpa sua o dei suoi seguaci – scrivono i due autori –, parecchie idee sbagliate sulla natura umana possono essere fatte risalire a lui. La peggiore è forse quella che afferma l'indubitabilità dei contenuti mentali, ovvero l'idea che non possiamo sbagliarci circa i contenuti della nostra mente. Penso di sentire dolore, quindi sento dolore, ed è impossibile che io mi sbagli al riguardo. Se vedo un elefante, c'è la possibilità che si tratti di un'allucinazione e che l'elefante non ci sia veramente, e tuttavia deve essere vero che io faccio l'esperienza di vedere un elefante. Se il tuo cappotto mi sembra giallo, che sia verde non cambia in nulla il fatto che a me sembra giallo. La verità pura e semplice è che possiamo commettere errori terribili, tragici e dolorosi su quello che abbiamo in testa. Basti pensare al genere di cose che la gente spesso dice. Pensavo di essere innamorato, ma era solo una questione di sesso. Pensavo di avere un'indigestione e in realtà ero incinta. Pensavo di credere nel socialismo, ma quando ho visto le tasse che dovevo pagare mi sono accorto che non ci credo affatto. Pensavo di amare i miei figli così com'erano, ma in realtà volevo che cambiassero per poter essere più vicino a loro. Pensavo mi piacesse lavorare fino a tardi, ma in realtà era una scusa per evitare i problemi della mia vita personale. Pensavo di essere sincero, ma in realtà omettevo informazioni e stavo ingannando il mio interlocutore». In sostanza pensare quel che pensavo di pensare, è totalmente errato.
Il libro di Julian Baggini e Jeremy Stangroom, attraverso una serie di quesiti divertenti, vuole aiutarci a conoscerci meglio e a evitare di credere di essere ciò che pensiamo, e quindi ad approfondire le nostre capacità logiche, le nostre vere convinzioni, il nostro senso etico e i nostri tabù. I nostri pensieri sono continuamente smentiti dai fatti. Non dobbiamo farci una colpa di tutto ciò: riuscire a capire che cosa abbiamo davvero nella mente è molto più difficile di quanto si possa immaginare. Ecco, dunque, l’attualità della massima «Conosci te stesso». Ma veramente!
Il libro «Pensi quello che pensi di pensare?» può aiutarci a uscire dal labirinto mentale.


Attilio Mazza