«Nulla in biologia ha senso se non alla luce dell'evoluzione». Con parole come queste, Theodosius Dobzhansky , grande genetista del secolo scorso, ricorda Giorgio Manzi, docente di Biologia e Paleontologia umana all’Università
La Sapienza
di Roma, autore del saggio «L’evoluzione umana», pubblicato dal Mulino. La frase contiene il senso profondo, quasi filosofico, della teoria dell'evoluzione: la teoria basata sull'idea della -selezione naturale che dobbiamo, primo fra tutti, a Charles Darwin (1809-1882).
«E questo è vero – commenta Manzi – anche per la biologia della nostra specie. Ma c'è di più. Se la teoria dell'evoluzione costituisce uno strumento formidabile per comprendere la storia umana prima della storia, è anche vero il contrario. A guardar bene, infatti, il problema delle nostre origini come specie coinvolge aspetti teorici e interpretativi che sono di grande interesse per la biologia evoluzionistica nel suo insieme. Il caso-studio fornito da questa ennesima specie fra i primati – particolare quanto si vuole, ma pur sempre una specie di primate, mammifero e vertebrato fra le tante – può essere e viene indagato con tanta attenzione da poter costituire una sorta di guida alle nostre conoscenze più generali. Un gran numero di specialisti, di competenze, di metodologie e di potenzialità analitiche convergono sullo studio della storia naturale dell'uomo, consentendo di guardare al nostro caso come a una particolare applicazione delle forze e dei meccanismi che sono in gioco nel far funzionare l'evoluzione. Il fatto poi che abbiamo origini piuttosto recenti consente un dettaglio investigativo spesso molto approfondito, facendo luce su modalità del procedere dell'evoluzione che altrimenti potremmo solo immaginare».
Il taglio del volume, afferma Manzi, è innegabilmente narrativo, anche se attraverso questo racconto fornisce «un quadro della complessità dei dati disponibili e delle diverse interpretazioni a cui queste evidenze possono condurre, talvolta più numerose delle evidenze stesse. Inoltre, il lettore non troverà citazioni alla letteratura specialistica (salvo rarissime eccezioni), diversamente da quello che solitamente si fa quando si vuole riportare il contributo o il punto di vista di questo o quell'altro autore.
La lunga vicenda raccontata in questo libro muove dalla “storia prima della storia”: ossa fossili, denti, manufatti, siti preistorici e dati genetici per ricostruire l'evoluzione di un gruppo di scimmie antropomorfe che, intorno a 6 milioni di anni fa, in Africa, intrapresero l'intricato percorso evolutivo che diede origine alla nostra specie. Poi l'emergere del genere Homo, fino alla comparsa sulla scena di Homo sapiens e alla sua (nostra) affermazione sull'intero pianeta. Un percorso lungo e complesso, fondamentale per la nostra natura di esseri biologici e, al tempo stesso, culturali.
Attilio Mazza