John Donne (1572-1631) è il massimo poeta metafisico della letteratura inglese. Fu anche un religioso e, come tale, ricoprì il ruolo di decano della cattedrale londinese di St. Paul. Scrisse sermoni e poemi di carattere religioso, traduzioni latine, epigrammi, elegie, canzoni e sonetti. Celeberrimi sono i suoi versi di Nessun uomo è un'isola contenuti in Meditation XVII e citati da Ernest Hemingway in Per chi suona la campana e da Nick Hornby in Un ragazzo (About a Boy).
L’opera poetica di Donne è ora pubblicata da Rizzoli nella collana Bur, con testo a fronte, a cura di Alessandro Serpieri, docente di letteratura inglese all’Università di Firenze e Silvia Bigliazzi, docente all’Università della Basilicata e pure specialista di Letteratura inglese. Il ricco volume comprende Canzoni e sonetti, Poesie sacre, Sonetti sacri, Mediazioni e altri testi ed è preceduto dal saggio dei due studiosi, dalla bibliografia e dalla nota al testo. Sono stati quindi editi in italiano per la prima in questo volume le raccolte complete dei Songs and Sonets e dei Sonetti sacri, Una anatomia del mondo e Il duello della morte.
L’amore sacro e l’amore profano, dunque, ma anche la nuova scienza e le sue straordinarie scoperte, la morte individuale e lo sconvolgimento sociale raccontati nella poesia di John Donne attraverso una fitta trama di giochi linguistici – si legge nella nota al testo –, «di parallelismi sorprendenti, di arguzie e di ritmi drammatici che mai si piegano alla concettosità di maniera ma che nascono dalla passione espressiva e tormentata di uno dei maggiori poeti di lingua inglese».
Attilio Mazza