Sultano di Egitto e di Siria, Saladino conquistò Gerusalemme nel 1187. Fu il più grande avversario dei crociati e per molto tempo venne considerato il prototipo del «pagano nobile» e del sovrano illuminato.
Hannes Mohring, storico e orientalista, docente all'Università di Bayreuth, dedica al celebre personaggio un vivido profilo pubblicato dal Mulino nel volume intitolato semplicemente «Saladino» (142 pagine, € 10.50).
L’autore si chiede se per il cosiddetto «tempo delle crociate», e più propriamente per quell'evento che vide contrapposti il sultano Yussuf ibn Ayyub Salah edDin e Riccardo Cuor di Leone – due personaggi senza dubbio emblematici del XII secolo e di tutto il Medioevo –, si possa parlare di «confronto di culture».
Per chiarire l’interrogativo, Mohring ricostruiisce la vita del sultano e l'ascesa che fece di lui l'uomo più potente del Medio Oriente; ne illustra il ruolo nelle crociate e analizza i fondamenti della sua leggenda così come si è diffusa in Occidente. Per i suoi tratti cavallereschi fu visto come un cristiano «in pectore», e l'età dell'Illuminismo ravvisò in lui un rappresentante del proprio ideale di tolleranza. Ma l’affascinante profilo offerto dalle pagine del saggio non si limita al punto di vista cristiano. Esso dà conto anche di quello musulmano su Saladino, ricostruito grazie ad un uso approfondito delle fonti arabe.
Hannes Mohring è stato insignito del Premio Staufer per le sue ricerche sulle attese millenariste nel mondo medievale cristiano e musulmano.
Attilio Mazza