«La realtà che maggiormente caratterizza il paesaggio dei primi secoli del Medioevo, nella Padania, in Italia e altrove nell'Occidente europeo, è la foresta, dopo l'Età romana, durante la quale si attuò una massiccia messa a coltura delle terre, ma sul suo finire vide il ritorno su amplissimi spazi d'un ambiente largamente segnato dalle aree incolte: lento abbandono del suolo, decadenza dei centri abitati, del commercio, dell'agricoltura, rarefarsi della popolazione anticipano tra il IV e il V secolo il Medioevo. L'uomo si ritirò allora di fronte all'avanzare progressivo di boschi, brughiere e acquitrini, ne fu come sommerso, i villaggi e le città superstiti vennero come assediati. La foresta si espandeva in ampie chiazze verdi attorno alle quali si attestavano gli abitati contadini». Così si legge nel libro di Vito Fumagalli, «Storie di Val padana», edito dal Mulino (138 pagine, € 11,50).
Pochi storici come Fumagalli hanno avuto il talento di evocare quasi visivamente il mondo dell'uomo medievale. A partire da una preparazione rigorosa, versata in particolare nella storia dell'ambiente e dell'agricoltura, egli sapeva far immergere il lettore entro il paesaggio e la vita comune del Medioevo, raccontando con grande efficacia il rapporto quotidiano tra uomo e natura: gli animali, le coltivazioni, i boschi, i fiumi, le alluvioni, le malattie, e insieme il complesso di sentimenti e atteggiamenti che quel rapporto generava.
In questo volume Fumagalli aveva raccolto alcune delle sue pagine più dichiaratamente narrative centrate sul Medioevo padano: sull'elemento predominante delle foreste, innanzitutto, animate da pericoli veri e immaginari, e poi sul graduale addomesticamento del territorio con la ripresa dell'agricoltura e dei commerci e la rinascita delle città. È
la Padania
di Matilde di Canossa e di Cangrande della Scala, dei goliardi e dei monaci, dei contadini e dei pastori che, in pagine di intensa suggestione, torna a vivere sotto gli occhi del lettore.
Vito Molinari, scomparso nel 1997, non ancora sessantenne, è stato docente di Storia medievale nell'Università di Bologna e con il Mulino ha pubblicato «Quando il cielo s'oscura» (1987), «La pietra viva» (1988), «Uomini e paesaggi medievali» (1989), «Solitudo carnis» (1990), «L'alba del Medioevo» (1993), «Paesaggi della paura» (1994, nuova ed. 2006), «Matilde di Canossa» (1996, nuova ed. 2006).
Attilio Mazza