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RECENSIONI è la sezione dedicata a tutti coloro che amano avere la compagnia di un libro, magari che li aspetti la sera sul comodino. Proporremo un Libro Amico ogni settimana, indicandone il genere, il grado di difficoltà, i temi e le qualità.

Piero Melograni

«Toscanini. La vita, le passioni, la musica»

Mondadori, 252 pagine, € 18,00


Il numero 7 sembra racchiudere l’intera vita del grande Arturo Toscanini. Nacque, infatti, a Parma il 25 marzo 1867 e morì a Riverdale (Stati Uniti) il 16 gennaio 1957. Nel cinquantenario della scomparsa, la sua figura di mitico direttore d’orchestra è raccontata dall’autorevole storico e appassionato di musica Piero Melograni nel volume Mondadori, «Toscanini. La vita, le passioni, la musica».

Uomo di grande carattere, fu un severo oppositore del fascismo e del nazismo, ragione del suo esilio negli Stati Uniti. Fu proprio l’opposizione a Hitler a spingerlo ad abbandonare il Festival di Bayreuth (dove era stato il primo musicista non di scuola tedesca a dirigere) nel 1933 e quello di Salisburgo nel 1938; sostenne invece, a proprie spese, un’orchestra di profughi ebrei scappati in Palestina (oggi il complesso si chiama la Filarmonica d’Israele) e il nuovo Festival a Lucerna, diventato uno dei più importanti del mondo.

Il 12 marzo 1938 ebbe luogo l’Anschluss: le truppe tedesche occuparono l’Austria annettendola territorialmente al Reich. Dopo quel drammatico evento, scrive Melograni, «Toscanini si rifiutò di dirigere a Salisburgo, ormai nelle mani di Hitler. Nell'estate del '38 preferì recarsi a Lucerna, nella libera e democratica Svizzera, dove praticamente fondò l'orchestra e il Festival musicale di quella città. Diresse a Lucerna il 25 agosto 1938 e molti italiani accorsero ad ascoltarlo. Fra essi la principessa di Piemonte, Maria José del Belgio, che aveva sposato Umberto di Savoia, l'erede al trono d'Italia. Dato che il concerto era radiotrasmesso, gli organizzatori fecero di tutto perché non ci fossero rumori molesti, al punto che fu perfino soppressa la navigazione in tutto il lago affinché i motori non lo disturbassero. Da un cespuglio d’alloro vicino al palco dell’orchestra, all'improvviso, un uccellino cominciò a cinguettare. Quell'uccellino si fece udire via radio fino all'America. Dopo il concerto la principessa di Piemonte chiese a Toscanini di apporre la sua firma su uno spartito della Messa di Verdi, ma Toscanini, che disprezzava i Savoia, rifiutò di farlo, così come rifiutò di incontrare la principessa».

Diresse il concerto davanti a Villa Tribschen, che fu la casa di Richard Wagner con musicisti d'eccezione. Da tale manifestazione si sviluppò anche l'idea di un Orchestra Svizzera del Festival.

Il maestro rimase legato alla Svizzera. Lo documentano alcuni brani delle lettere ad Ada Colleoni Mainardi, la donna con la quale per anni condivise una vita affettiva parallela: «Domani lascio Londra…in aeroplano vado a Basilea – da là Emilio [l’autista] viene a prendermi per portarmi al Kastanienbaum, un piccolo villaggio vicino a Lucerna… Abbiamo preso in affitto una Villa sul lago – (Villa Althaus)…»

Un altro suo “buen refugio” fu l’Isolino di San Giovanni, sul lago Maggiore, nel seicentesco Palazzo Borromeo, per molti anni sua residenza fra viaggi di qua e di là dall’Atlantico. Dall’Isolino l’instancabile professionista, oltre a mantenere i contatti con i musicisti anche nei periodi di riposo, spediva lunghe missive agli amici e, soprattutto a lei, Ada, la donna che aveva suscitato in lui una grande passione.

«Tutta la vita di Toscanini può essere riassunta come un continuo, insaziabile e frenetico movimento. Da un teatro a un altro, da un'orchestra a un'altra, da una donna a un'altra. E, ovviamente, da un continente a un altro», scrive Melograni.

Rivelò sin dall’infanzia la sua natura musicale e cominciò a frequentare il conservatorio all'età di nove anni, grazie alle insistenze della sua maestra elementare, che per prima ne intuì le doti eccezionali. Favorito dalla memoria prodigiosa, mise presto in luce la sua indiscussa bravura e il suo esasperato senso critico, caratteristiche che lo accompagnarono per tutta la vita e contribuirono a crearne la leggenda in Italia e all'estero.

Melograni racconta anche le tappe cruciali della lunga carriera artistica e dell'intensa vita privata del grande maestro: dall'esordio del 1886 in Brasile, quando, scritturato come violoncellista, sostituì l'incapace direttore d'orchestra riuscendo a salvare una situazione che sembrava disperata, alle prime esperienze nei più importanti teatri italiani, dove riuscì ad attuare una vera e propria riforma del teatro lirico, al complesso e ambivalente rapporto con la Scala di Milano, fino al sodalizio con il Metropolitan e la New York Philharmonic Orchestra. E poi l'amore per l'Italia e il fecondo legame con gli Stati Uniti, che diventarono la sua seconda patria; la venerazione per Verdi e la travagliata amicizia con Puccini; l'entusiasmo politico durante la Grande Guerra e la tenace opposizione al fascismo; i burrascosi rapporti con Mussolini e Hitler; le memorabili sfuriate con gli orchestrali e l'incontenibile passione per le donne.

All’indomani della sua scomparsa, Il «New York Times» dedicò al suo necrologio l’intera prima pagina scrivendo che Toscanini aveva raggiunto «un livello al quale nessun direttore prima di lui era mai pervenuto». E a New York prima, a Milano poi, furono tributati alla sua salma onori che nessun musicista aveva mai ricevuto.


Attilio Mazza



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