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RECENSIONI è la sezione dedicata a tutti coloro che amano avere la compagnia di un libro, magari che li aspetti la sera sul comodino. Proporremo un Libro Amico ogni settimana, indicandone il genere, il grado di difficoltà, i temi e le qualità.

A cura di Gino Ruozzi

«Luigi Pirandello. Aforismi»

Rizzoli Bur, 136 pagine, € 5.00


Pirandello, grande scrittore e drammaturgo, Premio Nobel nel 1934, tradotto in tutto il mondo, è il grande autore che tutti conoscono. Pochi sanno, invece, che le sue opere contengono frammenti sapienziali – aforismi – in cui si riflette la sua concezione esistenziale. La lacuna è stata colmata da Gino Ruozzi che ha curato l’agile volumetto Bur, «Luigi Pirandello. Aforismi».

Introducendo la raccolta, Ruozzi scrive che questi aforismi di Pirandello «sono estratti dalle opere teatrali, saggistiche, narrative. Sono raccolti in sezioni tematiche che riflettono i principali motivi della letteratura pirandelliana: il rapporto tra vita e forma, la molteplicità dell'identità personale, la differenza tra uomini e personaggi, le condizioni e la natura della creazione artistica, i caratteri della modernità. Pirandello è autore capitale del Novecento, di cui ha rispecchiato in modo emblematico evoluzione e crisi. Gli aforismi esprimono in modo sintetico il suo pensiero, che è fondamentale per capire la nostra epoca. Insieme a questo compendio della poetica e della filosofia dello scrittore, gli aforismi documentano anche elementi distintivi dello stile, tra cui spicca il taglio sentenzioso della frase e della situazione, proprio in particolare della produzione teatrale».

In una nota autobiografica, stesa per un proprio riassuntivo profilo letterario, Pirandello dichiarò che «la vita è una molto triste buffoneria, poiché abbiamo in noi, senza poter sapere né come né perché né da chi, la necessità di ingannare di continuo noi stessi con la spontanea creazione di una realtà (una per ciascuno e non mai la stessa per tutti), la quale di tratto in tratto si scopre vana e illusoria».

In questo pensiero Pirandello concentra alcune delle sue convinzioni più profonde, legate in una comune ottica filosofica ed esistenziale: la relatività delle cose, la loro sostanziale illusorietà, la grottesca assurdità della vita.

Noi, ciascuno di noi, chi è, in sostanza, come si identifica? Pirandello, a una simile domanda , risponde attraverso Pascal: «Non c’è uomo che differisca più di un altro che da se stesso nella successione del tempo». Quindi, uno, nessuno, centomila!


Attilio Mazza



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