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RECENSIONI è la sezione dedicata a tutti coloro che amano avere la compagnia di un libro, magari che li aspetti la sera sul comodino. Proporremo un Libro Amico ogni settimana, indicandone il genere, il grado di difficoltà, i temi e le qualità.

Stefano Seminara

«Immortalità dei simboli. Da Babilonia a oggi»

Bompiani, pagine 300, € 8,50


L'uomo moderno è spesso inconsapevole del fatto che dietro gli innumerevoli segni che lo circondano nella vita di tutti i giorni, e dietro i gesti più banali che costantemente ripete, si nasconde tutto un pullulare di simboli, di significati, di ricordi antichissimi, a volte dimenticati, a volte chiusi in un ambito diverso dal quotidiano. Si va dai segni più banali – stringersi la mano per amicizia e pace a fare le corna all'indirizzo di chi riteniamo ci abbia fatto uno sgarbo – alle manifestazioni più evidenti o essenziali della nostra civiltà.

Il linguaggio dei simboli è antichissimo e nacque in civiltà in cui la scrittura non era nota o diffusa. Il libro edito da Bompiani «Immortalità dei simboli. Da Babilonia a oggi», ripercorre la storia a ritroso fino alle loro più remote origini, in quel momento magico che fa da spartiacque tra le tenebre della preistoria e la luce della storia. L’autore, Stefano Seminara è ricercatore di Assiriologia presso l'Università degli Studi di Roma “ La Sapienza ” ed è attualmente coinvolto in numerosi progetti assiriologici, in Italia e all'estero. Nel 2005 ha preso parte, come collaboratore del professor Pettinato (al quale si deve la nota introduttiva del volume), alla missione di salvataggio e recupero del patrimonio archeologico iracheno sequestrato in Giordania.

Il saggio è particolarmente interessante per quanti sono interessati alla simbologia e in genere alla storia della cultura antica. Scrive Seminara: «La scrittura cuneiforme (come viene chiamata la scrittura corrente in Mesopotamia a partire dalla fine del IV millennio fino alle soglie dell'era volgare, sulla base del suo principio formale: il cuneo) sarà il veicolo principale dell'irradiamento mesopotamico in tutte le direzioni. E con la scrittura la letteratura che in essa era stata espressa, e che trasmise le idee, l'universo delle forme e delle immagini. I testi della letteratura mesopotamica si diffusero infatti nelle scuole e nelle cancellerie di tutto il mondo noto di allora, dal regno ittita (corrispondente all'incirca all'attuale Turchia), alla Siria-Palestina, al lontano Egitto. E quei testi ebbero spesso tanta fortuna da sopravvivere all'estinzione della civiltà che li aveva espressi. Si pensi alla storia di Gilgamesh di cui si trovano ancora echi nel Corpus Hermeticum, in particolare nell'avventurosa vita di Zosimo (alchimista egiziano vissuto tra il III e il IV secolo d.C.); ad alcuni episodi del cosiddetto Romanzo di Alessandro e al racconto (tratto dalle Mille e una notte) di Buluqiya […] Ma, accanto alla scrittura, l'altro grande canale attraverso il quale la simbologia mesopotamica si diffuse praticamente ovunque fu la religione, che portò con sé i suoi simboli e il suo apparato iconografico. Quest'ultimo sopravvisse tanto a lungo da potersi dire con un buon fondamento che vive ancora tra di noi».


Attilio Mazza



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