ARTE - A cura di Rosa Roselli
Tutti i diritti riservati
A cura di Rosa Roselli

Tutti i diritti riservati


ROSE. PUREZZA E PASSIONE NELL’ARTE DAL QUATTROCENTO AD OGGI



(Cuneo, Filatoio Rosso
di Caraglio)




F. Boucher, Ritratto di M.me de Pompadour


Mostra particolare perché soddisfa l’occhio con la bellezza e la varietà delle opere esposte che, detto per inciso, non sono solo quadri e sculture, ma anche libri, mobili, gioielli, abiti provenienti da musei e collezioni private. Interessante esposizione anche dal punto di vista intellettuale, perché aiuta a capire i vari significati che sono stati assegnati a questo fiore nel corso dei secoli. Sicuramente il primo e forte richiamo simbolico della rosa è legato al tema della Bellezza, come valore transitorio e destinato a morire.La rosa però è anche sinonimo di Vita; mentre, secondo un’interpretazione più restrittiva, essa viene identificata come simbolo di Amore. Inoltre l’amore può essere inteso come amore-sessualità ed ecco che la rosa viene  immedesimata nella sessualità femminile. In ambito poi cristiano la rosa bianca è associata alla Vergine Maria; quella rossa con le spine alla Passione…Tralasciando tutte queste simbologie la rosa può essere intesa “come emblema dell’Unità da cui tutto muove e a cui tutto ritorna, nella struttura sapientemente concentrica dei suoi petali verso il bocciolo; la rosa come simbolo della Segretezza, che sotto il suo centro s’annida” (Davico).




V. Irolli, Tra le rose


La rosa è poi un tema trattato ampiamente nella letteratura del Quattrocento e del Cinquecento, dal Magnifico al Poliziano, da Ariosto a Tasso che canta la rosa non in forma sorridente e maliziosa come l’Ariosto (“la verginella è simile alla rosa), bensì in tono malinconico e, non casualmente, la descrive nel giardino di Armida, disegnato a forma di labirinto.
“Cogliam la rosa in su’l mattino adorno
di questo dì, che tosto il seren perde;
cogliam d’amor la rosa: amiamo or quando
esser si puote riamato amando” (Tasso)
In mostra, suddivisa in varie sezioni, si possono ammirare capolavori come la “Madonna della fontana”(tavoletta fiamminga di Jan Provost); l’Allegoria della vita umana di Cagnacci, la “Giardiniera” di Boucher; il “Giocoliere” di Donghi. Naturalmente l’esposizione è un trionfo di nature morte sia barocche sia moderne, oltre che di stoffe  ed abiti, tra i quali spicca quello di Roberto Cappucci a forma di bocciolo rovesciato. E poi ci sono alcuni oggetti deliziosi e leziosi come le tazzine a forma di rosa  ed infine non sono da dimenticare i gioielli in corallo e pietre preziose.




H. Fantin-Latour, Rose, 1881


Archivio