J. Vermeer, Giovane donna con la collana di perle, 1662 ca
Nel 1517
la Riforma
protestante dilaga nel Regno dei Paesi Bassi, coinvolgendo una buona parte della popolazione olandese, soprattutto coloro che abitavano le Fiandre; la regione meridionale, corrispondente all’attuale Belgio, resta invece di fede cattolica. Nel 1558, alla morte di Carlo V, i Paesi Bassi sono staccati dall’Impero ed ereditati da Filippo II, re di Spagna e figlio di Carlo V. Filippo perseguita i protestanti e tenta di abbattere l’autonomia delle città fiamminghe. Nel 1568 scoppia una rivolta nelle Sette Province di religione protestante, le quali, nel 1579, proclamano la loro indipendenza. Esse danno vita alla Repubblica delle Sette Province Unite, guidate da Guglielmo il Taciturno, principe di Orange-Nassau.
Nel 1600, quando tutta l’Europa è in crisi, l’Olanda vive un momento di grande prosperità, conosciuto come il Secolo d’Oro per lo sviluppo economico, scientifico ed artistico, ma in maggior misura per la notevole espansione delle attività mercantili. Ottenuta nel 1648 l’indipendenza con la pace di Westfalia, s’afferma
la Repubblica
delle Province Unite, che ha come conseguenza una rigogliosa fioritura culturale ed una eccezionale crescita economica. Alla metà del XVII secolo il Paese diviene la prima potenza economica e marittima d’Europa, mentre Amsterdam è il principale centro mercantile del continente europeo. Nel volgere di cento anni vengono realizzati nei Paesi Bassi non meno di cinque milioni di quadri grazie alla notevole vitalità della tradizione pittorica, risalente agli inizi del XV secolo, al livello di professionalità degli artisti stessi e al nuovo modo di rapportarsi con l’arte, quindi diverso dagli altri Paesi Bassi.
A. van Dick, Ritratto di gentildonna genovese, 1621-1622
La rassegna romana offre una scelta notevole di dipinti, provenienti dalla Gemaldegalerie di Berlino, che mette in mostra i suoi capolavori come “Il cambiavalute” e il “Ritratto di Hendrickje Stoffels” di Rembrandt; la “Ragazza col filo di perle” di Vermeer; il “Ragazzo con il flauto” di Frans Hals; il “Paesaggio con l’impiccato” di Rubens e i ritratti di “Tommaso di Carignano Principe di Savoia” e di “Gentildonna genovese” di Anton van Dick, il discepolo preferito da Rubens.
Il percorso è diviso per temi e incomincia con scene di genere quali paesaggi, ritratti, nature morte, interni con figure…E’ la pittura prevalente rispetto a quella storica o sacra, non molto amata tranne che ad Utrecht, città ad alta densità cattolica. A Utrecht, nella prima metà del Seicento, si sviluppa una scuola di modellato ed illuminazione di stampo caravaggesco, che si può notare nell “Esaù che vende la primogenitura” di Bruggen e nel “Flautista” di Hals, lavoro che richiama il “Ragazzo morso dal ramarro” di Caravaggio.
Vi è poi il quadro della “Ragazza con il filo di perle” di Jan Vermeer di Delft, in cui l’artista presenta una giovane donna che, davanti allo specchio, si mette una collana di perle. Il lavoro probabilmente si deve intendere con significato allegorico-moraleggiante, per cui sarebbe la rappresentazione della Superbia (lo specchio) con l’allusione alla caducità dei beni terreni.
Vi sono poi i ritratti da quelli borghesi a quelli ufficiali, non mancando quelli di valore allegorico. Tra i ritratti più significati emergono quelli di Anton van Dick, precedentemente citati. Non tutte le opere esposte sono improntate alla ritrattistica di gusto celebrativo, perché ci sono artisti, come de Vos, di formazione manieristica, per cui i loro lavori non hanno ancora quei toni di ambiguità e di inquietudine propri della Maniera in Europa. I paesaggi olandesi, in generale, sono frutto più di fantasia che di realtà e, perciò, sembrano anticipare un po’ il gusto romantico.
Rembrandt, Rembrandt e Saskia nella parabola del figliol prodigo
La mostra è visitabile fino al 15 Febbraio 2009.
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