ARTE - A cura di Rosa Roselli
Tutti i diritti riservati
A cura di Rosa Roselli

Tutti i diritti riservati

 

GEORGES SEURAT
PAUL SIGNAC
E I NEOIMPRESSIONISTI

(Milano, Palazzo Reale)




G. Seurat, La Tour Eiffel


La corrente pittorica del Neoimpressionismo, fondata intorno al 1885 da Seurat (1859-1891) e Signac (1863-1935), viene più comunemente chiamata Pointillisme per aver adottato il principio della scomposizione del colore, formulato dal chimico Eugène Chevreuil nei primi anni dell’Ottocento. Il termine allude quindi alla tecnica che riproduce sulla tela i toni della luce, divisi in minuscoli punti di colori puri, sfruttando il principio scientifico per cui, ad una certa distanza, è l’occhio dell’uomo a fondere tra loro le tinte che sono solo accostate. Anche in Italia si eseguivano in quel periodo studi analoghi da Russolo, Balla e Segantini e si utilizzava il termine “Divisionismo” per indicare la tendenza artistica che, nata verso la fine dell’Ottocento, si sarebbe conclusa nel 1915 circa.
Seurat con le opere eseguite dal 1884 al 1890 sottolinea il suo distacco dagli Impressionisti sia per il rifiuto dell’improvvisazione sia per la ieraticità delle sue figure, avvicinandosi così ai programmi estetici del Simbolismo e agli scienziati che studiavano i fenomeni della luce e del colore (Chevreuil, Maxwell…). Pittore colto e raffinato, Seurat influenzò non solo artisti isolati come Van Gogh o Gauguin, ma gettò anche le basi del Fauvismo e del Cubismo fino al Surrealismo e alla op-art (optical art).




H.E.Cross, La mer clapotante


Anche Signac fu attratto dagli studi di ottica di Chevreuil e Rood e dalle teorie scientifico-estetiche di Henry. Tra il 1887 e il 1895 dipinse le sue opere migliori, in armonia con lo spirito scientifico di Seurat, alla cui morte si trovò a guidare il gruppo neoimpressionista. Per Signac il pointillisme non era solo una tecnica, ma una mistica della visione, per cui l’artista si abbandona alla sensazione pura, usando il colore in forma espressionista e trasformando i punti in un reticolo di tessere sempre più grandi.

La mostra consta di 80 opere, suddivise in sette sale.
La prima opera neoimpressionista che si incontra è “La Senna a Courbevoie” (1885) di Seurat, alla quale risponde il quadro di Signac “I gasometri di Clichy”. Secondo la curatrice della mostra, Marina Ferretti Bocquillon, “mentre Seurat è rigoroso nell’applicazione delle leggi ottiche, Signac usa quella tecnica solo come uno strumento per esprimere con più forza il colore.
E infatti in “Vele e pini” del 1896…i punti sono già trasformati in pennellate più ampie e dinamiche e i colori non hanno quasi più nulla a che fare con la realtà”. Le opere dei due Maestri della “pittura divisa” sono accompagnate da lavori di altri artisti del periodo come Pissarro, Cross, Van der Velde, Delavalle, Luce.



Signac, Femme se coiffant, 1892


La mostra è visitabile fino al 25 Gennaio 2009.

Archivio