F. von Amerling, La suonatrice di liuto, 1838
La mostra porta il visitatore ad immergersi totalmente in quel mondo viennese che si colloca tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento, un mondo fecondo di cultura e di arte, che si chiama Secessione ed Espressionismo, ne indaga le origini passando dal Barocco al Biedermeir per arrivare alla Belle Epoque e, quindi, a Klimt e a Schiele.
Il percorso è segnato da “una ricerca interiore” (S.Gaddi) che serve a svelare “la realtà delle emozioni e della sofferenza esistenziale” (ibidem).
Le opere più antiche raccontano attraverso la storia e la mitologia lo splendore dell’Austria, mentre il Biedermeir, lo stile nato dopo il 1815,porta ad una produzione più accurata nei dettagli. La seconda metà del XIX secolo è invece un momento di grande fioritura artistica, dominata dallo sfarzo e dalla gioia di vivere, anche se sono già evidenti i segni di cambiamento e di inquietudine. Sarà Klimt, figura carismatica della Secessione viennese, a interpretare pienamente questo periodo splendido, ma denso di malinconia, con la sua propensione a sottolineare quanto di enigmatico e di conturbante c’è nel mondo femminile. Il suo gusto è influenzato dal Simbolismo europeo, i cui contenuti sono evidenziati dall’uso di cromie smaltate e da materiali preziosi, dall’accentuato linearismo e da uno sconcertante realismo espressivo delle figure.Il dinamismo e i contrasti di colore rivelano una decisa apertura di Klimt verso il movimento dell’Espressionismo e i maggiori esponenti austriaci di tale corrente: Kokoschka e Schiele.
Il primo rivela uno stile duro e dissonante, dai personaggi fortemente caratterizzati dal punto di vista psicologico. L’altro si connota per la visione amara e disincantata della vita, per la sessualità tormentata e per la fragilità del corpo umano, esprimendo la sua angoscia con una linea tagliente, di gotica incisività.
Egon Schiele, L’abbraccio, 1917
All’interno della mostra ci sono anche due sale interessanti, dedicate una al “Viaggio in Italia” e l’altra alle “Donne”. La prima offre alcuni quadri di città italiane (Roma, Napoli) di gusto romantico, la seconda rappresenta l’ideale della bellezza femminile del tempo come madre o come femme fatale.
G. Klimt, Ritratto di Johanna Staude, 1917-1918
La mostra è visitabile fino al 20 Luglio 2008.
|