Pinturicchio, Bambino, particolare affresco Borgia
Bernardino di Betto detto il Pinturicchio (Perugina 1454 – Siena 1513) fu allievo di B. Caporali, ma si avvicinò poi alla cerchia del Verrocchio e al Perugino, con il quale collaborò per le “Storie di San Bernardino”, a Perugia e per le decorazioni della Cappella Sistina a Roma. Resosi indipendente dal Maestro, Pinturicchio operò a Perugia, Spoleto, Orvieto e a Roma, dove lavorò per i Della Rovere (Palazzo dei Penitenzieri) e alle chiese dell’Ara Coeli e a Santa Maria del Popolo.
Tra il 1493 e 1494 eseguì la più complessa e famosa decorazione nell’appartamento di papa Alessandro VI Borgia in Vaticano. Nel 1501 fu nominato Priore di Perugia, nel 1503 dipinse con il Caporali “L’incoronazione della Vergine” di Umbertide, oggi alla Pinacoteca Vaticana. Nel 1506 si trasferì definitivamente a Siena, realizzando le “Storie di Pio II” nella Libreria Piccolomini. Questo ciclo, commissionato nel 1502 e cominciato nel 1503 con la collaborazione di Raffaello, si concluse nel 1508 e oggi è per noi preziosa testimonianza di pittura profana del Rinascimento. Sempre a Siena Pinturicchio affrescò anche nel Palazzo del Magnifico e di questo suo lavoro rimane una “Storia di Ulisse e Penelope” alla National Gallery di Londra.Le ultime opere note di Pinturicchio sono la tavola con l’ “Assunzione della Madonna e Santi” nel Museo di San Gimignano e la tavoletta con “Cristo portacroce” nella collezione Borromeo a Milano.L’artista, abbandonato dalla moglie, morì di stenti a Siena nel 1513.Elemento tipico nella pittura di Pinturicchio è il piacere di perdersi nella ricerca di particolari eleganti e curiosi per rendere piacevoli le pareti che gli erano affidate. I suoi personaggi sembrano evocati dalle fiabe: le donne hanno solitamente capelli svolazzanti, ingemmati o ricoperti da cuffie d’oro o da preziosi turbanti. Gli uomini indossano corazze impreziosite da arabeschi, elmi con gioielli e vesti di broccato. Il modo di narrare è semplice e nei paesaggi, come nella caratterizzazione dei personaggi, si riconosce la natia Umbria. Nella Libreria Piccolomini poi l’artista realizza quello che viene definito dalla critica “il grande romanzo dipinto”, in cui entra anche la sua esperienza di scenografo, che gli permette un’ampia e ricca decorazione.
Pinturicchio, Madonna con il Bambino
Su questo pittore i giudizi sono sempre stati contrastanti, a partire da Vasari che lo definiva “piccolo e racchio” e di fama immeritata. La critica moderna invece gli ha reso giusitizia e, pur affermando che l’originalità di Pinturicchio è limitata e la tecnica datata, ne celebra la versatilità, il brio, le scene animate oltre all’abilità di saper fondere il desiderio di verità con la luminosità dei suoi paesaggi. L’artista ama molto il colore, ma non eccelle nella costruzione delle figure, soprattutto nel disegno delle mani, per cui Pinturicchio le appoggia o alle anche o sulle ginocchia o fa loro tenere libri.
Come sostiene Venturi “le mani di Pinturicchio non parlano!”.
“…un festosissimo decoratore, fine di esecuzione, ricco…di colore, un pittore principesco, ma senza spirito d’analisi psicologica…” (Ricci)
La mostra di Perugia oggi è una giusta e doverosa rivalutazione di Pinturicchio e della sua luminosa pittura, maturata nello studio della classicità romana.
Pinturicchio, Cristo tra gli angeli
La mostra è visitabile fino al 29 Giugno 2008.
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