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Questa mostra è da intendersi come un “saggio per immagini” delle nostre vicende artistiche ed è interessante perché mette in piena evidenza il concetto di bene artistico e della sua tutela e conservazione.
Questa esposizione è infatti dedicata a Corrado Ricci nella ricorrenza dei 150 anni dalla nascita. Il Ricci, studioso, erudita, letterato e poeta è l’elemento di continuità con la visione dei 150 quadri visibili nel Museo Ravennate. L’umanista Ricci fu direttore di Brera, degli Uffizi, delle Regie Gallerie di Parma e Modena tra la fine dell’Ottocento e il secolo scorso. I quadri esposti sono quelli che lui stesso fece restaurare o acquistare.
Tra i nomi più importanti di questa mostra possiamo ricordare Benozzo Gozzoli, il Parmigianino, i Carracci, Cosmè Tura, Lorenzo Lotto, Guido Reni, Federico Barocci, Jacopo Bellini, il Beccafumi…
Tra i lavori esposti colpiscono in modo particolare il “Crocifisso” di Cosmè Tura, il “Ritratto di giovane donna” della scuola di Palma il Vecchio; lo “Sposalizio di Santa Caterina” del Parmigianino.
Ci sono poi i ritratti, la cui vista suscita sempre interesse e curiosità.
Dal momento che Corrado Ricci è stato anche un grande umanista, nella Biblioteca Classense si possono ammirare i manoscritti della raccolta Ricci e la biblioteca personale dello studioso, dalla quale si evince la sua formazione letteraria di stampo carducciano. Infine al Museo Nazionale di Ravenna si ammira la statua greca della “Fanciulla di Anzio” (IIIsec.)
“L’ignoranza e il poco rispetto dell’antico e del bello conduce privati, municipi, enti religiosi a trasformazioni, a dispersioni, a rovine e a far mercato di ciò che una volta costituiva il loro orgoglio” (Ricci).