ARTE - A cura di Rosa Roselli
Tutti i diritti riservati
A cura di Rosa Roselli

Tutti i diritti riservati

ACTION PAINTING

(Basilea, Fondation Beyeler)





C. Still, 1957-D No 2, 1957


L’espressione Action Painting è stata usata per la prima volta dal critico americano Harold Rosenberg nel 1952, in un suo articolo su Art News, in cui affermava: “Ad un certo punto la tela apparve come un’arena dove agire, invece di uno spazio in cui riprodurre, ridisegnare, analizzare o esprimere un oggetto, reale o immaginario. Chiamate questa pittura astratta, o espressionista: quello che conta è il particolare movente a eliminare l’oggetto…La forma, il colore, la composizione, il disegno sono diventati accessori. E ognuno di essi, meglio tutti, può essere eliminato”. Invece il pittore Robert Motherwell faceva risalire l’origine del termine al dadaista Hulsenbeck, secondo il quale: “La letteratura dovrebbe essere azione, dovrebbe essere fatta con la rivoltella in mano”. La moglie di Pollock sosteneva che Rosenberg si era impossessato di alcuni concetti espressi da sua marito durante una conversazione, mentre in Europa Hartung, a sua volta, rivendicava il primato di tale espressione a sé per aver coniato, prima di tutti, il motto “Agir sur la toile”. Nonostante questa diatriba, l’Action Painting è un momento basilare nello sviluppo dell’arte moderna.
Da New York è partito lo stimolo del nuovo movimento artistico, quando  Mark Rothko e Barnett Newman, dopo secoli di predominio dell’arte figurativa, avevano compreso che non c’era più nulla di interessante da dipingere. Secondo questi artisti il centro catalizzatore dell’arte era l’attività del pittore ossia il modo in cui dipingeva, non cosa. A loro si unirono altri pittori, come Pollock, De Kooning, Kline, Francis, Motherwell, Still, Louis e Frankenthaler che divennero ben presto i simboli dell’Action Painting.
La nuova corrente artistica produsse naturalmente molte discussioni e molti ne furono i detrattori che non seppero intuire le potenzialità delle nuove idee, perché l’Action Painting utilizzava un linguaggio energico e un’espressività segnino - gestuale assai vitalistica, libera da qualsiasi schema compostivo o figurativo o rigidamente astratto.




Eva Hesse, Untitled, 1963


La tecnica di lavoro di Pollock è quella del “dripping” ossia sgocciolature e spruzzi sulla tela, che permette un rapporto diretto tra l’artista e la sua opera, creata stesa su un pavimento e non in verticale. Conseguenza il colore non è più tono o rapporto cromatico, ma pura quantità-qualità organica. L’elemento spaziale nasce dal groviglio delle spirali e coincide con lo spazio vitale della pittura che “vive di vita propria”, su ampie superfici dal fortissimo impatto visivo.
De Kooning crea il suo particolarissimo stile con linee curve, aggrovigliate e sovrapposte, come se la tensione gestuale trasmettesse direttamente energie sulla tela.
Il cambio così ex abrupto di direzione, imposto dall’Action Painting americana al mondo artistico contemporaneo, si svolge nello stesso istante in cui l’arte informale, anch’essa gestuale, si afferma, stravolgendo tutti i canoni, in Europa.
Nella rassegna di Basilea si comprende come la pittura d’azione abbia contagiato tutto il mondo pittorico nella seconda metà degli Anni Quaranta e, in particolare, l’Europa che promuove i pittori della nuova astrazione, come Wols, Fautrier, Hartung, Soulages, Jorn e Appel.




K. Appel, Homme et animaux dans la tempete, 1957


La mostra è visitabile fino al 12 Maggio 2008.


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