A cura di Rosa Roselli

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IL MUSEO DELLA

NATURA MORTA


(Poggio a Caiano, Prato,
Villa Medici))



B. Bimbi, Ghirlanda


Da Cosimo II de’ Medici fino a Maria Luisa, figlia di Cosimo III, la dinastia medicea ha apprezzato moltissimo il genere della natura morta al punto da collezionare oltre 750 opere, dipinte da abili artisti come: Bartolomeo Bimbi, Brueghel, Recco, Margherita Caffi, Giovanna Garzoni.

La natura morta in oggetto permette di conoscere le manie dei Medici, ad esempio quella per i tulipani e per tutti gli agrumi. I primi giungevano dall’Olanda e dovevano avere doppie corolle per ornare le aiuole o per entrare nelle composizioni pittoriche sottoforma di ghirlanda. I secondi, invece, erano coltivati nelle ville di campagna, ma erano anche utilizzati come elementi decorativi nei nobili palazzi. Un esempio: nelle “Spalliere di agrumi”  Bimbi raffigura ben 116 varietà di agrumi con i loro fiori!

E’ soprattutto Cosimo III, amante del verde, che si cura delle piante e dei fiori dei suoi giardini e che chiede agli artisti di rappresentarli nelle loro opere. Tuttavia non c’è solo la natura morta di fiori e frutti, ma sono anche raffigurati gli animali, come i fenicotteri della Maremma, gli uccelli esotici come i fagiani dorati della Cina, gli esseri mostruosi come il vitello a due teste.



B. Bimbi, Spalliera con arance, limoni, lime e lumìe, 1715


Il genere pittorico della natura morta si afferma in Italia nel XVII secolo, ma il suo fulcro è nelle Fiandre, benché trovi grande adesione nell’Italia settentrionale, nella Roma caravaggesca e in Firenze, dove la famiglia Medici vuole opere in piena sintonia con il suo gusto e con i suoi palazzi. Perciò là dove ci si dedica alla caccia, sono d’obbligo i quadri che rappresentano i cani da caccia e la selvaggina; dove ci sono fattorie modello quadri di frutta…

La mostra, tenendo conto di questi aspetti, è interessante e originale perché organizzata per temi e, quindi, ubicata in diverse ville.

Nella villa di Poggio a Caiano sono state raccolte 200 opere e la visita al Museo della Natura morta permette di conoscere non solo la civiltà di un’epoca importante per la nostra cultura, quella umanistico-rinascimentale, ma anche le preferenze, ad esempio, culinarie del tempo. Il quadro “Cucina con cena in Emmaus”, di scuola fiamminga, è una fonte inesauribile di notizie sugli aspetti della quotidianità e sulla preparazione dei cibi in una casa abbiente. Da un altro interno di cucina si apprende che i Medici amavano i sorbetti e, per averli, facevano pressare la neve e la conservavano nelle ghiacciaie. Sarà Maria de’ Medici, regina di Francia, a portare in terra gallica il sorbetto.

In esposizione ci sono quadri curiosi come quelli di Pietro Neri Scacciati con scimmiette antropomorfe che se la ridono; ci sono i sottoboschi dell’olandese Otto Marseus van Schrieck con i ramarri che insidiano le farfalline, quasi un’anticipazione surrealista, mentre le mosche sui cocomeri marci di Giovanna Garzoni inducono a pensare agli iper-realisti.



Otto Marseus van Schriechk,
Sottobosco con ramarro che caccia le farfalle, 1648 - 1663



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