A cura di Rosa Roselli

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CÉZANNE A FIRENZE. DUE COLLEZIONISTI
E LA MOSTRA
DELL
’IMPRESSIONISMO NEL 1910

(Firenze, Palazzo Strozzi)



P. Cézanne, Autoritratto, 1899


La mostra di Palazzo Strozzi intende celebrare non solo il genio creativo di Paul Cézanne, nel centenario della morte, ma anche due giovani e attenti collezionisti americani: Egisto Paolo Fabbri (1866 – 1933) e Charles Alexander Loeser (1864 – 1928). I due collezionisti, entrambi figli di emigranti di origine europea, fiorentini i Fabbri, tedeschi i Loeser, arrivano dall’America, dove le loro famiglie hanno fatto fortuna, in Europa, precisamente a Parigi, verso la fine del 1800. Qui rimangono estasiati dalla pittura di Cézanne e , dal 1896, iniziano ad acquistare un grande numero di opere del Maestro. Essi possono essere considerati i primi collezionisti di Cézanne. Entrambi poi decidono di vivere a Firenze, città colta e cosmopolita tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento.

La rassegna, in primo luogo, narra del Maestro attraverso una serie di “Autoritratti”. Egli si propone come un uomo amante della solitudine, con il volto chiuso e malinconico, interessato solo alla ricerca creativa. I suoi temi prediletti sono le bagnanti, i paesaggi della Provenza, le nature morte e i ritratti, tra cui è da ricordare quello di “Madame Cézanne sulla poltrona rossa”, la “prima e definitiva poltrona rossa di tutta la pittura “ (Rilke).




P. Cézanne, Il frutteto, 1882



Cézanne ha lavorato solo e sempre su queste tematiche, approfondendole costantemente. Benché contemporaneo agli Impressionisti, non ha mai voluto fissare sulla tela l’impressione che, pur essendo importante, ha sempre per lui rappresentato il punto di partenza di un lavoro di approfondimento, teso ad individuare oggetti e forme nell’amalgama con il violento flusso del colore così da definire uno spazio mentale.

Gli uomini del tempo non riuscirono a capire subito l’arte di Cézanne, tranne i due giovani collezionisti americani che portarono le opere del Maestro a Firenze. Dei due è più interessante il percorso di Fabbri che per un certo tempo fu anche pittore. I suoi lavori sono infatti, nella mostra, una piacevole sorpresa e, posti a confronto con altri dipinti di fine Ottocento, testimoniano l’incontro della pittura americana con la tradizione europea e l’Impressionismo.

Le collezioni Fabbri e Loeser, oggi disperse per il mondo, permettono agli intellettuali italiani di apprezzare la pittura di Cézanne, al punto che, nel 1910, a Firenze, nei locali del Lyceum, si organizza la “Prima mostra dell’Impressionismo” in Italia, curata da Ardengo Soffici, poeta e pittore futurista. Questo fatto permette di ricostruire il clima culturale formatosi a Firenze attorno alla rivista “ La Voce ”, che voleva aprire l’Italia alla cultura europea. Risulta perciò interessante la raccolta di sculture di Medardo Rosso come lo sono le sale dedicate ad alcuni pittori italiani del Novecento, per capire come venne recepita dai Nostri la lezione cezanniana, già ricca di quelle ricerche geometriche che porteranno Picasso e Braque al Cubismo.

Ardengo Soffici, presente nella mostra con due paesaggi, riuscì con enorme fatica ad aprire il mondo italiano, chiuso nella sua provincialità, alle tendenze innovatrici provenienti da Parigi.

“Il difetto di tutti i nostri critici e dei nostri artisti è di non capire nulla della modernità. Hanno bisogno per ammirare e penetrare uno spirito, che sia spento da almeno cinquant’anni. Io amo chi prevede!” (A. Soffici)



P. Cèzanne, Madame Cézanne sulla poltrona rossa, 1877


La mostra è visitabile fino al 29 Luglio 2007

www.cezanneafirenze.it


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