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A cura di Rosa Roselli Tutti i diritti riservati |
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CÉZANNE A FIRENZE. DUE COLLEZIONISTI
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La mostra di Palazzo Strozzi intende celebrare non solo il genio creativo di Paul Cézanne, nel centenario della morte, ma anche due giovani e attenti collezionisti americani: Egisto Paolo Fabbri (1866 – 1933) e Charles Alexander Loeser (1864 – 1928). I due collezionisti, entrambi figli di emigranti di origine europea, fiorentini i Fabbri, tedeschi i Loeser, arrivano dall’America, dove le loro famiglie hanno fatto fortuna, in Europa, precisamente a Parigi, verso la fine del 1800. Qui rimangono estasiati dalla pittura di Cézanne e , dal 1896, iniziano ad acquistare un grande numero di opere del Maestro. Essi possono essere considerati i primi collezionisti di Cézanne. Entrambi poi decidono di vivere a Firenze, città colta e cosmopolita tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. La rassegna, in primo luogo, narra del Maestro attraverso una serie di “Autoritratti”. Egli si propone come un uomo amante della solitudine, con il volto chiuso e malinconico, interessato solo alla ricerca creativa. I suoi temi prediletti sono le bagnanti, i paesaggi della Provenza, le nature morte e i ritratti, tra cui è da ricordare quello di “Madame Cézanne sulla poltrona rossa”, la “prima e definitiva poltrona rossa di tutta la pittura “ (Rilke).
P. Cézanne, Il frutteto, 1882
Gli uomini del tempo non riuscirono a capire subito l’arte di Cézanne, tranne i due giovani collezionisti americani che portarono le opere del Maestro a Firenze. Dei due è più interessante il percorso di Fabbri che per un certo tempo fu anche pittore. I suoi lavori sono infatti, nella mostra, una piacevole sorpresa e, posti a confronto con altri dipinti di fine Ottocento, testimoniano l’incontro della pittura americana con la tradizione europea e l’Impressionismo. Le collezioni Fabbri e Loeser, oggi disperse per il mondo, permettono agli intellettuali italiani di apprezzare la pittura di Cézanne, al punto che, nel
Ardengo Soffici, presente nella mostra con due paesaggi, riuscì con enorme fatica ad aprire il mondo italiano, chiuso nella sua provincialità, alle tendenze innovatrici provenienti da Parigi. “Il difetto di tutti i nostri critici e dei nostri artisti è di non capire nulla della modernità. Hanno bisogno per ammirare e penetrare uno spirito, che sia spento da almeno cinquant’anni. Io amo chi prevede!” (A. Soffici)
P. Cèzanne, Madame Cézanne sulla poltrona rossa, 1877
La mostra è visitabile fino al 29 Luglio 2007 www.cezanneafirenze.it
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