A cura di Rosa Roselli

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AFRO,
ITALIA AMERICA, INCONTRI E
CONFRONTI

(Udine, ex Chiesa di San Francesco)

(Pordenone, Museo Civico e GAM di Villa Galvani)



     


Afro, Ragazzo col toro, 1956


Afro Basaldella, in arte solo Afro (Udine 1912 – Zurigo 1976), con il fratello Mirko, nel 1933, si reca a Roma dove frequenta la Scuola di via Cavour. Qui conosce Fazzini, Ziveri, Capogrossi, Guttuso Raphael, ma ha come maestri Mafai, Cagli e Scipione. La sua carriera è folgorante, a partire dalla partecipazione alla Quadriennale nel 1935 e nel 1938 alla Biennale di Venezia per arrivare alla piena affermazione in Italia con il Gruppo degli Otto e, poi, in America negli Anni Cinquanta e Sessanta. Già nelle sue prime opere la sua pittura tende a farsi essenziale e rivela la grande propensione di Afro all’utilizzo del colore. Attratto negli Anni Quaranta dall’espressionismo cubista, nel 1947 entra a far parte del Fronte Nuovo delle Arti. Nel 1950 è in America. Un primo soggiorno assai significativo per Afro che matura una nuova produzione pittorica, trasformando dapprima i suoi lavori in macchie di colori per poi approdare ad un astrattismo musicale. Nel 1966 Clyde Burnett scrive sull’Herald Tribune: “Il suo lavoro ha il vigore dell’Action painting, ma un esame più attento rivela che l’osservazione di Afro ha un’oggettività che negli Americani non è altrettanto pronunciata”.

Afro ha come metodo pittorico una continua rilettura delle sue precedenti invenzioni, dà loro un nuovo sentimento, realizzando così astrazioni molto raffinate.



Afro, Il ponte, 1968


I primi successi Afro li coglie a New York. Il MOMA lo propone sempre nelle collettive americane suscitando l’attenzione e l’interesse dei collezionisti. Nel 1956, alla Biennale di Venezia, viene riconosciuto come il miglior artista italiano per la sua sensibilità pittorica e per la purezza della sua poetica.

Afro ha sempre cercato di traslare sulla tela l’idea delle cose, in forma diretta e concisa, estromettendo dalle sue composizioni la figura umana.

La mostra, che si sviluppa in due sedi, offre al visitatore la possibilità di godere della vista di numerose opere.

Ad Udine i suoi lavori sono affiancati a quelli di artisti americani, da lui conosciuti e non facilmente visibili in Italia: Pollock, Rothko, de Kooning, Twombly, Klein, Calder…

A Pordenone Afro è, invece, a confronto con artisti a lui contemporanei, come Fontana e Burri, e con quelli del Gruppo degli Otto, ossia Birolli, Vedova, Santomaso, Morlotti.



Afro, Casa bruciata, 1962


Le mostre sono visitabili fino al 19 Marzo 2007


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