A cura di Rosa Roselli

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PIET MONDRIAN

(Brescia, Museo di Santa Giulia)



     


P. Mondrian, Faro a Westkapelle


“L’arte è la rappresentazione e nello stesso tempo involontariamente il mezzo dell’evoluzione della materia, e riesce a bilanciare natura e non natura in noi ed intorno a noi. L’arte rimane rappresentazione e mezzo, finchè quest’equilibrio sia relativamente raggiunto. Allora esso ha raggiunto il proprio scopo e l’armonia si realizza intorno a noi, quanto a vita esteriore. Allora è terminato il predominio del tragico nella vita” (Piet Mondrian).

Pietre Cornelis Mondriaan (mutato dall’artista in Mondrian) nasce in Olanda  ad Amersfoort, vicino a Utrecht, il 7 Marzo 1872. Trasferitosi con tutta la famiglia a Winterswijk, comincia ben presto a dipingere, influenzato dallo zio Frits Mondriaan. Ottenuto il diploma per l’insegnamento del disegno nelle scuole primarie, in ottemperanza alla volontà paterna, Piet manifesta nel 1892 la volontà di dedicarsi alla pittura. “Quando fu chiaro che io volevo consacrare la mia vita all’arte, mio padre tentò di scoraggiarmi. Non aveva il denaro necessario per pagarmi gli studi e voleva che io mi impiegassi. Ma io non rinunciai alle mie ambizioni artistiche…” (1956). Nello stesso anno Mondrian incomincia a frequentare le lezioni all’Accademia di Amsterdam con brillanti risultati. Nel 1898 si iscrive alla gilda di San Luca ad Amsterdam e partecipa a varie mostre. Al 1899 risale l’amicizia con Albert Van den Briel, testimone delle numerose difficoltà e delusioni che Mondrian va vivendo in quel periodo. Tra il 1900 e il 1903 si dedica alla raffigurazione di paesaggi, si trasferisce in campagna dove dipinge in completa solitudine, lontano da ogni contatto con gli ambienti artistici olandesi. Nel 1905 è nuovamente ad Amsterdam, tuttavia la sua inquietudine lo porta ben presto a Doniburg, sull’isola di Walcheren, in Zelanda (1908). Qui entra in contatto con Jan Toorop e forse, per influsso di Toorop, Mondrian utilizza colori più chiari, sperimenta la tecnica divisionista e nei suoi lavori si presentano temi simbolisti, mentre si evidenzia la suggestione su di lui operata dall’espressionismo di Munch. Nel 1909 l’artista espone  ad Amsterdam alcune sue opere, ma la critica non è incoraggiante.



P. Mondrian, Composizione, 1916


“In Mondrian la caduta è tragica e terrificante, le sue doti naturali erano le più grandi, così la sua caduta è la più profonda. (…)Quello che è evidente è che…ha perduto completamente l’equilibrio e si è mosso a scarabocchiare nella maniera più abominevole” (F. van Eeden). Tornato a Donisburg, continua a dipingere, con tecniche diverse, temi ricorrenti come le donne, l’albero e il faro di Westkapelle e, secondo  Senphor, l’artista dimostra sapiente abilità nell’uso delle varie tecniche. “Alcune sue tele, fatte di qualche tocco appena, s’illuminano di un sole diffuso e sono dei veri segni di luce…altre sono delicati studi di un artista amante della semplicità” (Senphor). Nel 1912 Mondrian è a Parigi, dove la sua pittura è apprezzata. E’ il periodo cubista: la sua tavolozza è sobria, predilige i colori grigi; anche la forma, in cui prevalgono le linee rette, è essenziale. Sorpreso in Olanda dallo scoppio della prima guerra mondiale, vi rimane per quattro anni. Riprende a disegnare il mare e in questi lavori predominano i segni + e -, mentre le forme sono linee brevi verticali e orizzontali che, intersecandosi, formano delle croci. Tra il 1916 e il 1917 dipinge le ultime tele della serie a piccoli tratti orizzontali e verticali, estremo sviluppo del tema del mare e delle impalcature. Intanto crea  i primi lavori con rettangoli di colore puro su fondo bianco. I rettangoli inizialmente sono mescolati a brevi tratti neri, talora sovrapposti agli stessi rettangoli, poi appaiono i soli rettangoli. “L’intenzione del Cubismo, all’inizio, era di esprimere il volume. Così era mantenuto lo spazio tridimensionale…Questa volontà dei cubisti di rappresentare dei volumi nello spazio era contraria alla mia concezione dell’astrazione che è fondata sulla convinzione che lo spazio debba essere distrutto. E così, per giungere alla distruzione del volume, che io pervenni all’uso dei piani” (Mondrian, 1948). Nel 1918 Mondrian firma il manifesto “De Stijl” (Lo Stile), il movimento che nasce dall’utopia astrattizzante del Nostro. (“De Stijl” è la rivista fondata nel 1917 da Van Doesburg con Mondrian, Van der Leck ed altri artisti. In essa si propugna un nuovo orientamento formale per cui, abbandonato il concetto d’arte come mimesi, i teorici si esprimono a favore dell’autonomia creativa dell’artista, giudicato capace di un “vedere oggettivo” lontano da chi, nella progettazione artistica si affidava all’applicazione della matematica). Mondrian dunque realizza le prime composizioni a losanga e due tele grandi divise in piccoli quadri regolari. Nel 1919 è di nuovo a Parigi, pubblica un breve scritto “Le néo-plasticisme” con lo scopo di diffondere le sue idee in Francia. Nei quadri di questo periodo la posizione delle linee torna ad essere asimmetrica, mentre si nota una certa esitazione nell’uso dei colori: ci sono gialli-verdi, blu lattiginosi e arancioni poco decisi. Qualche anno dopo l’artista introduce i colori fondamentali relativamente puri e muta il fondo con un bianco brillante e linee nere più decise che dividono la superficie in rettangoli di varie dimensioni. Nel 1924 Mondrian cessa la collaborazione con “De Stijl” per divergenze di idee con van Doesburg. Mondrian continua la sua attività creative ed espositiva: nel 1926 dipinge la prima tela a losanga senza colore e dal 1929 al 1931 produce una serie di tele a grandi rettangoli rossi. Per rendere più splendente il rosso, il pittore aggiunge a queste composizioni un piccolo rettangolo blu e uno giallo. Nel 1935 un’altra novità, ossia la tela in altezza con linee parallele che l’attraversano dal basso verso l’alto senza incrociarsi. Nel frattempo Mondrian riempie le sue tele con moltissime linee in croce e, in particolare, c’è una tela con tredici linee nere che, incrociandosi, formano “una fitta grata che un unico rettangolo di colore rende ancora più minacciosa, (…)…Mondrian sente l’avvicinarsi della guerra? (Senphor). Nel 1938 Mondrian si trasferisce in Inghilterra, dove lavora assiduamente e realizza grandi composizioni. Il 3 Ottobre 1940 è a New York e dai suoi quadri scompaiono le linee nere a favore di quelle rosse, blu e gialle. In America l’artista ottiene un buon successo, non ha più problemi economici. Dai suoi quadri scompare la linea unita sotto la grande abbondanza di piccoli quadrati. Non c’è più un colore dominante, ma una successione di quadrati rossi, blu, gialli e grigi. Il nero scompare. Ammalato e bisognoso di cure, Mondrian conclude la sua vita terrena il 1° Febbraio 1944.



P. Mondrian, Victory Boogie-Woogie (1942-1944)


La mostra è visitabile fino al 25 Marzo 2007.


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