"Un Libro è un sogno
che vuole comunicare"
Credo nella Mente dell'uomo
e nel Mistero infinito.
Credo nei Sogni e nel Futuro.
Credo nei Libri.
Non credo nell'impossibile.

LETTERE DELL'EDITORE
Lettere (buone e cattive) dell'Editore

Il fallimento dei piccoli mercanti di libri

2004: speriamo sia un anno che spinga un po’ contro la porta del futuro per aprirlo alla civiltà, alla nostra società e anche al mondo dei libri.
Purtroppo, però, per ora dobbiamo parlare al presente.
Tra i molti fallimenti decretati da questo presente ve ne è uno (che a me personalmente non dispiace neanche molto) oscuramente ignorato dalla comune informazione: riguarda alcuni piccoli personaggi che mi capita di incontrare nell’esperienza editoriale quotidiana.
Si tratta di figurine di vario ruolo, membri di associazioni o circoli, promotori o anche autori di libri, ma uguale è il loro tratto comportamentale caratteristico, che è quello di solito ravvisabile nei rappresentanti a provvigione, o nei mercatini dei paeselli dove ancora è in uso la gara tra venditore e acquirente per alzare / abbassare i prezzi, come a Marrakech.
Costoro però vendono e comprano ahimé... libri. Libri di questo presente. Libri sconosciuti, libri senza acquirenti, libri senza né soldi né successo.
Poveri libri! Alcuni sono belli, fioriti in un brutto presente e con un difficile futuro. Per questi noi cerchiamo una risoluzione (anche economica), ma è arduo trovarla se sono in mano ai piccoli mercanti. Costoro pensano di lucrare oggi su questi libri!
Forse è la loro bassa statura a impedir loro di vedere più in alto e di accorgersi che in questo presente solo i Grandi Mercanti possono fare un giro di soldi intorno a un libro. E i Grandi Mercanti scelgono i libri che hanno alle spalle soldi e successo.
Questi piccoli personaggi cercano le case editrici come si fa con i pomodori pelati al supermercato, fanno passare le marche e tirano al ribasso. Oppure, credendosi padroni di prodotti appetitosi, pretendono che altri si mettano al loro servizio senza ottenere né ricavi di vendita, né pagamento delle spese e del lavoro (la qualità di quest’ultimo poi non sembra interessare molto), né a volte persino la cortesia e l’intelligenza nei rapporti. Altri di questi poverini millantano potere, influenze, possibilità promozionali che non hanno.
Un mercato del libro che si aggira intorno a un milione di vecchie lire, alle lire di un vestito, e i cui ribassi possono essere di una trentina di vecchie mila lire fa soltanto ridere.
Ma i piccoli mercanti di libri non se ne accorgono, come non si accorgono del loro fallimento nel mondo di questo presente, come non si accorgono neppure delle persone con le quali parlano provando a contrattare: può capitare che esse siano, invece che mercanti inesperti, esperti difensori dei Libri.
Io, che sono una di questi, dedico a coloro che credono nella furbizia come mezzo per aggirarsi nel mondo dei Libri, queste parole di Elias Canetti:
"Si scrive per essere diversi. Chi imbroglia scrivendo rimane ciò che comunque è."

M.S.